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Jcoplastic acquisisce la FOS – Prysmian di Battipaglia: salvi i posti di lavoro, ma molti i nodi da sciogliere

BATTIPAGLIA – Riflettori di nuovo accesi sulla FOS del Gruppo Prysmian: questa volta però a diradare il buio sembra essere la luce di un semaforo verde. È stata annunciata l’acquisizione della fabbrica da parte di Jcoplastic. Una svolta importante nella drammatica vertenza in atto da mesi. Tirano un sospiro di sollievo i 278 operai rimasti per lungo tempo a casa dopo la decisione dei vertici aziendali di chiudere lo stabilimento di via Spineta, a motivo della contrazione del mercato di riferimento.
È quanto emerso dal tavolo tenutosi ieri 27 giugno a Roma nella sede del Mimit, presieduto dal Sottosegretario con delega alle crisi d’impresa, Fausta Bergamotto. C’erano Ernesto Marzano (Responsabile risorse umane – FOS); Antonio Foresti (Amministratore delegato – Jcoplastic), i rappresentanti della Regione Campania e le organizzazioni sindacali.
L’opzione prevalente è stata, alla fine, la reindustrializzazione. Che cosa significa? L’impianto sarà riconvertito per la produzione e lo stoccaggio di energia verde derivante da idrogeno. Addio, fibra ottica.
Ad aprire uno spiraglio è stata la Jcoplastic spa, attiva da oltre 40 anni in Campania e in Basilicata ed oggi tra le più rinomate nel settore della produzione di contenitori in plastica anche in altre parti d’Europa.
Ricordiamo che tra gennaio e febbraio scorsi iniziarono a circolare con insistenza le voci sulla chiusura della Fos Prysmian; poi a marzo la notizia certa della sospensione produttiva, con inasprimento crescente della protesta operaia. Dopo mesi di annunci e trattative, proteste e tensioni, con ferrate interlocuzioni tra il Ministero ed i soggetti coinvolti – con un passaggio anche nelle Commissioni parlamentari permanenti X e XI – la vertenza relativa all’impianto battipagliese s’avvia ora ad una risoluzione tra le più ‘indolori’.
Sembra dunque essere riuscita quella che a Roma sin dagli inizi era stata posta sul tavolo in termini di “completa salvaguardia occupazionale”, almeno per l’unjtà di fabbrica battipagliese. Così è stato? Tutto va verificato. Dipenderà anche dalla ‘conta’ delle risorse umane implicate nell’indotto.
Il ministro Adolfo Urso ha affermato con soddisfazione: “La risoluzione della vertenza relativa alla F.O.S. di Battipaglia rappresenta una vera e propria svolta per il territorio e per i lavoratori coinvolti, che hanno finalmente di fronte a loro una prospettiva di reimpiego grazie a un progetto di sviluppo credibile e duraturo. La collaborazione tra ministero, istituzioni locali, parti sociali e imprese è stata determinante per la risoluzione di questa crisi: un modello di Sistema Italia in grado di affrontare ogni sfida, anche quelle più complesse.”
Lo stesso riflettore del monitoraggio resta ora acceso sulle prossime fasi dello sviluppo. Ci si chiede se ad essere illuminate saranno anche le prospettive di ripresa e sviluppo per l’indotto. È ancora presto per dirlo. Il piano con gli approvigionamenti di materia in entrata e con i volumi produttivi sostenibili in uscita, passando per la revisione della pianta organica e per la rimodulazione delle mansioni, verrà definito nel dettaglio dall’azienda aggregante, nei previsti ‘passaggi’ con le rappresentanze dei lavoratori. E se ora le competenze dei lavoratori andranno evidentemente aggiornate, ci si ritrova d’accordo sul fatto che non debba comunque andare disperso un patrimonio produttivo decennale. Resta per il Mimit la scommessa, infatti, del reinsediamento in Italia di un produttore di fibra ottica. Ma occorre creare le premesse normative e qui la competenza è tipicamente politica, per l’appunto quella del Mimit.
Molti dunque i nodi da sciogliere. Con il Gruppo Prysmian resta ancora da concludere la vicenda del piano sociale, dopo le resistenze manifestate dai sindacati. Per non dire degli aspetti retributivi e degli scenari pensionistici che saranno disegnati nel progetto lanciato ieri da Jcoplastic. Se ne riparlerà al prossimo incontro a Roma, atteso per il 5 luglio.
Insomma, la strada resta in salita. Ma adesso almeno una strada c’è. (g.f.)

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