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La spesa pubblica, il senso civico e tre segnali stradali

di Giuseppe Falanga

BATTIPAGLIA – Che il vandalismo abbia un costo lo sanno tutti. Piccolo o grande che sia il danno arrecato al patrimonio pubblico, va da sé che la spesa da sostenere per la dovuta riparazione non è mai uguale a zero.
Metti tre segnali stradali verticali danneggiati da atti vandalici nelle vie urbane. Capita a Battipaglia, capita ovunque: i vandali non hanno patria. Se sapessero di averla, non proverebbero gusto ad oltraggiare i beni comuni dello Stato che della Patria è concrezione istituzionale ed espressione politica.
È evidente che, ad ogni modo, i segnali stradali non possono mancare: salterebbe la sintassi del traffico veicolare. È necessario provvedere alla loro sostituzione e ripristino. È quanto si sta facendo. L’Ente locale – in quanto titolato ad agire nella tutela dell’interesse pubblico – è dovuto giustamente ricorrere all’acquisto di nuova fornitura. Lo apprendiamo dalla Determina a contrarre n. 1673 del 22 novembre scorso – a firma del Dirigente del Settore tecnico comunale Ing. Carmine Salerno – con cui è stato disposto l’affidamento (CIG B42A6A5BCD) ai sensi dell’art. 50 comma 1 lett. b) del Codice dei contratti pubblici alla ditta SAESABIA s.r.l. di Capaccio Paestum, con sede a Ponte Barizzo.
Determine che, in tanti enti locali, sono atti amministrativi correnti. Provvedimenti. Se ne fanno tanti, ne occorrono tanti.
Che cosa significa “provvedere”? Il vandalismo impenitente che sfascia i segnali stradali attiva un meccanismo di compensazione simile alla fisiologia del sistema immunitario: gli anticorpi accorrono a neutralizzare virus e batteri che minano l’equilibrio dell’organismo. Il vandalo è il “corpo estraneo” che con la sua iniziativa devastante rompe l’equilibrio di una città che rivendica il diritto-dovere di funzionare; il portafogli dei cittadini è l’anticorpo che soccorre la comunità quando qualcosa non va per il verso giusto. Insomma: uno rompe, tutti pagano.
Si consideri che, stando all’offerta ricevuta dall’operatore economico, per la segnaletica stradale verticale il costo unitario del disco metallico è di € 50,30. Il pannello integrativo costa € 22,00, la bulloneria per il montaggio di ciascun segnale costa € 6,00.
Al netto dell’IVA, un segnale è costato dunque in questo caso all’Ente locale € 78,30. Tre ne sono costati € 234,90. Con l’aggiunta dell’IVA al 22%, l’importo complessivo sale infine a € 286,58.
Come a dire: se rompi un segnale in strada perché la testa non è capace di più nobili pensieri, i tuoi concittadini sono costretti a pagare circa € 80,00 per riparare quel che tu hai rotto; se ne rompi tre, il disturbo ammonta a € 290,00.
Fin qui il danno finanziario arrecato alle casse dello Stato e, di lì a venire, i buchi procurati alle tasche dei cittadini. Resterebbe da ponderare il ritardo gravante sull’attività degli uffici comunali. I procedimenti amministrativi – tra consultazione di ditte, richieste di preventivi, nomina di RUP, determine, pareri contabili, impegni, messa in opera, collaudi, liquidazioni e quant’altro – comportano dispendio di tempo ed energie che potrebbero essere destinate ad iniziative più importanti. O impegni il tempo a progettare soluzioni innovative per la tua città o lo disperdi a recuperare ciò che l’educazione civica non garantisce. Non puoi potenziare ciò che stai tentando di ripristinare. Fossero pure tre segnali stradali.
E non insistiamo, per decenza, sul difetto procurato al decoro urbano da chi – per dirla con il matematico Luigi Tomasi – nel godere di tanto sacrificio ha voluto rendere culto al disordine.
La facile ironia potrebbe indurre a concludere che di buono in questa faccenda c’è il fatto che se le aziende vendono – che siano segnali stradali, bacheche o fioriere – l’economia intanto gira. Certo. Il punto è capire in che verso s’è deciso che l’economia debba girare: per realizzare in futuro una città migliore che tutti vorremmo già nel tempo presente o per recuperare nel tempo presente una città normale che avremmo già voluto in passato? Ci si accorgerebbe, per l’appunto, che si tratta di un’ironia troppo facile, anzi facilona, che presto muta in amarezza. Perché le auto senza segnali stradali girano con difficoltà; l’inciviltà di chi s’è divertito a guastarli dimostra, una volta ancora, che il senso civico è rimasto – è il caso di dire – fermo al palo.

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