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Norazzismo

Slalom, doppio slalom e controslalom

Titolo doppiamente commemorativo.

Doppio Slalom era un bel gioco televisivo, dove dei ragazzi si sfidavano rispondendo a domande di cultura generale, e dovevano dimostrare di sapere davvero un po’ di tutto.

Pacco Doppio Pacco e Contropaccotto è invece un divertente film dell’immenso Nanni Loi, composto di varie storie, dove i protagonisti costruiscono storie verosimili per truffare il pollo di turno.  

Uscendo di casa, mentre mio figlio gioca con gli amici, capita di fare quattro chiacchiere o di ascoltare altri discutere sui temi più vari.

Un giorno, sento qualcuno lamentarsi di “non riuscire a camminare per strada per i troppi immigrati”, che “ci costano troppo” e via così, e allora comincio a riflettere su tutto ciò che intorno a me creava disagio, cercando di creare un improbabile elenco di priorità.

Sedute sui vari muretti, ci sono molte donne nordafricane con i bambini che giocano intorno, un gruppo di signore che discute sul lavoro dei figli. Il solito gruppetto che all’edicola discute di politica e passanti in cerca del bar dove consumare l’apericena.

Accanto a me, come ogni giorno, un gruppo di ragazzi un po’ spacciano e un po’ fumano (ovviamente non sigarette) con accanto anche bambini, forse fratelli minori di qualcuno di loro. 

Nel frattempo passa mio figlio correndo con gli amici e faccio appena in tempo a dirgli di stare attento alle bici che corrono sulla piazza, che schivo per poco una pallonata, un bel tiro potente che in altri tempi, se andato a segno, avrebbero definito Eurogol.

Su un altro muretto, altri ragazzi hanno appena finito di mangiare e bere, lasciando carte e bottiglie in giro, nonostante i cestini a due passi.

Mentre si alzano, gli vado incontro e faccio notare con calma che sarebbe meglio gettare i rifiuti nei contenitori. Mentre un po’ infastiditi raccolgono tutto, ripassa mio figlio (è velocissimo) mentre alcuni amici sono saliti sulle aiuole. Lui sa che non deve, anche perché qualche sera prima un bambino, correndo nell’erba alta era caduto rialzandosi sporco di escrementi.

L’elenco comincia a delinearsi e lo vedo più o meno come un percorso a ostacoli, uno slalom tra vari problemi per arrivare al traguardo della vivibilità: evitare la trappola della droga, il campo minato dei rifiuti per strada e degli escrementi, scavalcare il muro della inciviltà.

Un po’ come voler arrivare a parlare dei 660 milioni di euro che spendiamo ogni anno per l’accoglienza dei migranti (fonte: Il Giornale), senza attraversare la palude dei 12 miliardi di euro che perdiamo per la corruzione (fonte: Università di Pisa), le sabbie mobili dei 183 miliardi di euro persi per l’evasione fiscale (fonte: The Justice Network), l’abisso dei 255 miliardi di euro per l’economia in nero (fonte: ISTAT), tutti ostacoli difficilmente ascrivibili ad altri.

Non sono razzista (prologo ormai consolidato di discorsi pseudorazziali), ma spesso ormai non sopporto più chi ha reso la mia città così invivibile, cioè… e qui mi fermo, perché non ho una nazionalità, una razza, un colore da inserire. Gli incivili, i maleducati, chi non rispetta le regole, chi delinque non è, purtroppo, così facilmente identificabile e il pacco che forse corriamo il rischio di farci rifilare è credere che lo sia. (Alfredo Vicinanza)

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