Sovvenire, cioè accogliere l’altro: un incontro sull’8xmille per la Chiesa cattolica
SALERNO – Come venire incontro alle esigenze di culto e di pastorale, di carità e sostentamento della Chiesa cattolica? A tale domanda ne segue un’altra, di più ampia portata e importanza: come accogliere l’altro con concreti gesti cristiani?
La Chiesa diocesana s’interroga sulle misure più idonee attraverso cui accogliere il bisognoso, per corrispondere coralmente, con adeguato sostegno economico-finanziario, ai bisogni espressi dalla comunità locale, nelle sue concrete dimensioni sociali. È questo il fine dell’incontro “Accogliere l’altro. Il pranzo della domenica”, che si terrà oggi 16 maggio. Appuntamento alle ore 20.15 presso la parrocchia Volto Santo, nel Rione Pastena.
Interverranno il Parroco, Don Francesco Coralluzzo, incaricato diocesano per il sostegno economico alla Chiesa; la Dott.ssa Caterina D’Amato, responsabile della Mensa “Caterina Onlus”. Promosso dal Servizio diocesano del Sovvenire, il seminario offrirà l’occasione per testimoniare la bellezza – e la fatica – di un servizio reso ai fratelli poveri. Ad iniziare dalla condivisione di un pasto caldo.
S’intende, in tal modo, ribadire l’impegno nel sostenere la campagna di sensibilizzazione della Conferenza Episcopale Italiana sulla gestione dei fondi 8xmille da destinare alla Chiesa cattolica, secondo quanto stabilito nel 1984 a seguito della revisione del Concordato lateranense operata in quell’anno dal Governo italiano e dalla Segreteria di Stato vaticana.
Nell’apprestarsi ogni anno alla dichiarazione dei redditi, i cittadini sono invitati a destinare alla Chiesa cattolica una quota – per l’appunto pari all’8xmille – del gettito complessivo che lo Stato riceve dall’Irpef. E va precisato che tale gettito sarà frazionato anche tra altre confessioni religiose, nonché potrà essere destinato allo stesso Stato italiano per scopi sociali, in base alle preferenze indicate dai contribuenti.
La Chiesa cattolica gestirà i fondi a norma della legge n. 222 del 1985 per le esigenze di culto e pastorale della popolazione; per iniziative di carità in Italia e nei paesi in via di sviluppo; per il sostentamento dei sacerdoti.
Il fine dell’incontro salernitano, riformulato su di un più esteso orizzonte ecclesiale, dunque connesso a non secondari aspetti caritativi, è riflettere insieme sulla risposta concreta che la Chiesa locale riesce a formulare per ‘sovvenire’ alle necessità del territorio. (g.f.)