Elena Sofia Ricci al GFF 2019: “Bisogna proporre modelli alternativi ai giovani”
GIFFONI VALLE PIANA – Tra gli incontri del 26 luglio al Giffoni Film Festival quello con la bravissima attrice Elena Sofia Ricci è sicuramente uno dei più prestigiosi dell’edizione 2019. Figlia dello storico Paolo Barucchieri, della scenografa Elena Ricci Poccetto e nipote dell’architetto Leonardo Ricci, fiorentina di nascita, romana d’adozione ma con battesimo artistico in Campania sul palcoscenico del teatro S. Ferdinando a Napoli ad appena 19 anni. Ha lavorato con grandi registi italiani e stranieri come Avati, Verdone, Monicelli, Risi, Nichetti, Tognazzi, Sorrentino, Magni, Deray, Bunuel, Young e Kuert. Tra i suoi successi al cinema ricordiamo: Impiegati (1985), Ultimo minuto (1987), Io e mia sorella (1987), Sposi (1988), In nome del popolo sovrano (1990), Contro ogni volontà (1992). Tra i successi televisivi ricordiamo: Giovanni Falcone (2006), Caravaggio (2007), Amiche mie (2008), Mine vaganti (2010), Genitori e figli (2010), Don Matteo (2011), Che Dio ci aiuti (2011-2019), Allacciate le cinture (2014), Noi siamo Francesco (2014), Ho ucciso Napoleone (2015). Per il ruolo di Veronica Lario nel film “Loro” (2018) di Sorrentino le è stato conferito il Nastro D’Argento e il David di Donatello come miglior attrice protagonista. In totale nella sua carriera ha ricevuto: 3 David di Donatello, 3 Ciak d’Oro, 3 Nastri D’Argento, 2 Ennio Flaiano, 1 Globo d’Oro, 1 Telegatto, 1 Grolla d’Oro. Notevoli anche le interpretazioni in teatro dove ha portato in scena Pirandello, Shakespeare e Miller.
Passiamo alla conferenza stampa del GFF. Come si pone in rapporto ai nuovi lavori: ”Per il cinema mi piace cambiare per avere sempre nuove sfide e nuovi personaggi. Quando non c’è questa possibilità preferisco non fare cose nuove e opto per il teatro”; “Sono molto legata ai classici, Pirandello, Shakespeare, Miller. Non invecchiano mai e sono sempre attuali”. Nel 2016 il primo lavoro come regista in “Mamma mia Bella”. Pensa di fare regia anche al cinema? “Mi viene più naturale fare regia teatrale, per il cinema ho già pronto un soggetto ma non intendo fare regia, perché non sono portata”. Molte volte ha interpretato ruoli di mamma: “Sì, è vero, tante mamme diverse, anche la suora di “Che Dio ci aiuti” in fondo è una mamma. Mi sento portata per questi ruoli e in genere tendevo a lasciare una certa libertà per i figli nelle interpretazioni. Poi quando ho avuto i figli nella vita reale mi sono resa conto delle difficoltà nel cercare di gestire le situazioni in rapporto al carattere dei diversi figli”.
Una cosa che l’ha emozionata: “Quando mi ha chiamato Paolo Sorrentino non ci volevo credere, un premio Oscar che chiamava me, esperienza eccezionale. A questo si aggiunge che io amo Napoli. Napoli e Firenze rappresentano la cultura. Sono tifosa della Roma ma anche del Napoli. Napoli mi dà emozioni e io ho esordito proprio in questa città al teatro S. Ferdinando, il teatro del grande Eduardo”.
Cosa ne pensa del cinema come impegno sociale e del suo ruolo di Francesca Morvillo, moglie di Giovanni Falcone: “Questi devono essere i nostri esempi, Falcone, Borsellino, Morvillo gli unici veri eroi a cui ci dobbiamo ispirare. Ce ne sono tanti di questi esempi e dobbiamo fare in modo che siano la nostra fonte di ispirazione sempre”. Nella società della comunicazione, di internet, dei social, sente la responsabilità di veicolare dei valori ai giovani: “Il mondo social ha un potere molto forte sui giovani per la possibilità di emulazione, perciò bisogna proporre modelli alternativi, non esiste solo la bellezza e l’esteriorità, bisogna proporre anche la cultura e,quindi la bellezza interiore. In questo modo anche quella esteriore ne guadagna”. (Antonio Mondillo)