Il dolore di ‘Gabriel’ al GFF 2019: Enrico Pau presenta l’anteprima del suo ultimo cortometraggio
GIFFONI VALLE PIANA – È l’ultima opera di Enrico Pau ed è proiettata in anteprima alla 49′ edizione del Giffoni Film Festival. Stiamo parlando di “Gabriel”, cortometraggio inedito del noto regista sardo che ha scelto il laboratorio esperienziale del GFF per lanciare un nuovo messaggio al pubblico italiano.
Prodotto da Claudia Emily Pau, il corto s’mpone subito per la psychological suggestion con cui Garrett Sand, nei panni del protagonista Gabriel, coinvolge lo spettatore in una traversata esistenziale: nel bosco dell’io bisogna saper trovare il sentiero che porta a casa. È la casa di Mary, interpretata da Ellie Williams, verso cui gli indizi del vecchio uomo – col volto di Levi Saub – sembrano, ma a fatica, ben indirizzare. Eppure, alla fine, quel che conta è trovar da soli la propria strada, con dolore. Undici minuti di corto bastano a destare dubbi e a lanciare provocazioni su temi forti della giovinezza.
Enrico Pau incontra i giffoners nell’ultimo giorno del festival e ha tante cose da dire sugli effetti speciali, sul come si fa regia, sulla recitazione e sulla scenografa. Lui che è regista, ma anche insegnante, è abituato a lanciare messaggi tanto nelle aule scolastiche quanto nelle sale cinematografiche.
Dopo la proiezione nella Sala Verde della Multimedia Valley, il regista tiene la Masterclass dedicata ai ragazzi tra i 18 ed i 25 anni. Un’occasione per raccontarsi a tutto tondo, partendo dai primi passi, come quelli fatti nel dirigere programmi e sceneggiati radiofonici per la Rai in Sardegna.
L’amore per il teatro – la poesia visiva, le performances e l’arte concettuale – ha spinto Pau da giovane a modulare tempi e linguaggi, come poi attesterà di saper fare nello spettacolo “Il Brutto Anatroccolo” o in “Clorinda L’Africana”.
Resta una costante delle sue invenzioni ed è l’imprevedibile contraddizione che invade la mente con atroci dubbi, un conflitto interiore che emerge spesso nelle opere di Pau in forma di ossimori peraltro echeggianti da lontano – era il 1996 – nel ricordo influente del suo primo cortometraggio “La Volpe e l’Ape” e nel lungometraggio “Pesi Leggeri”, scritto con Aldo Tanchis e selezionato in concorso al Festival del Mediterraneo di Montpellier. (g.f.)