#IORESTOACASA: I GIOVANI DI AC SI RACCONTANO
Un tempo per fermarmi e riscoprirmi
Da circa venti giorni in Italia stiamo vivendo una situazione a cui non eravamo preparati, di cui parecchi di noi avevano solo sentito parlare. Stiamo facendo i conti con un nemico invisibile che ci ha costretto a prendere misure di emergenza, misure che ci hanno costretto a rivedere totalmente le nostre priorità e la nostra quotidianità.
Fino a inizio marzo la mia quotidianità era grosso modo: sveglia la mattina, lavoro, studio, cena con i miei coinquilini parlando di cavolate varie e facendoci qualche risata, una puntata di una serie tv se rimaneva tempo, e nel fine settimana uscita con gli amici e stare un pò in famiglia. E in tutto ciò spesso cercavo qualche momento per stare da solo, e una serata a casa di tanto in tanto a rilassarmi solo io senza far niente, poteva essere un piacere. Ora invece mi ritrovo ad avere pochissima libertà nell’uscire di casa (già il fatto di andare a lavoro 2-3 volte a settimana devo considerarlo una fortuna), con tonnellate di tempo libero che qualche volta non so come impiegare. Prima di tutto ciò io, che non sono mai stato molto social, comunque passavo molto tempo sullo smartphone a messaggiare, a vedere le storie di Instagram ecc, e come tanti lo facevo così, per passare il tempo, anche se si era con altra gente. Ora i social sembrano essere l’unica possibilità di avere un dialogo con persone che prima vedevamo quasi sempre. E mi accorgo che il “vedere” le persone era qualcosa che si dava molto per scontato, adesso che star vicino a qualcuno, anche dare un abbraccio o una semplice stretta di mano, è qualcosa che fa venire paura. E la paura è anche quella per i propri cari, soprattutto se anziani, come mia nonna, che negli ultimi tempi non riuscivo più ad andare a trovare, ma pensavo “vabbè ci sarà occasione”.
Ma voglio guardare anche il lato positivo, tutto questo tempo libero mi dà l’opportunità di fermarmi e riscoprirmi un po’, ho riprovato il piacere di leggere un libro che non parli di medicina, ho il tempo di migliorare le mie pessime doti culinarie, ho ripreso un joypad in mano dopo tantissimo, e chi sa che non scopra un nuovo hobby.
Perciò spero che da questa emergenza usciremo tutti più consapevoli di noi stessi, di quanto siano importanti gli altri per noi, di quanto piccoli gesti che consideravamo insignificanti siano in realtà essenziali ora che ci sono stati tolti per un po’. (F.)