IORESTOACASA: I GIOVANI DI AC SI RACCONTANO
La normalità era il problema
Diversamente da quello che si potrebbe immaginare, la quarantena seppur fatta di privazioni non ha reso i miei giorni privi della solita quotidianità. Il mio essere abituata ad una vita sicuramente non monotona, ma abbastanza ripetitiva ha reso più sopportabile il susseguirsi di questi giorni. Giorni non più scanditi da frenetiche attività che rubano il tuo tempo, lasciandoti in ogni caso un senso di incompiuto, ma fatti di momenti che seppur dilatati nell’arco di una giornata interminabile, ti restituiscono l’appagamento del risolto. Dopo dei giorni, dove la mia testa è stata in balia totale dei bollettini delle 9-11-13-18-23… alla ricerca continua di informazioni, che non lasciavano spazio ad altre opportunità; combattendo contro la tentazione di voler uscire, che mai avrei avuto se non fossi stata privata della libertà di farlo; ho trovato l’assetto di giornata. Tirando le somme posso affermare che gran parte del mio tempo lo dedico esattamente alle stesse attività a cui lo dedicavo prima… Ma sicuramente ho potuto dar sfogo alle mie passioni, ritagliandomi angoli di tempo da riservare al cinema e ai fornelli, con non poche conseguenze in termini di peso. E così, nel tentativo vano di rimediare all’irreparabile, cercando bene, a giorni molto alterni si possono finanche trovare sprazzi di attività fisica.
Ovviamente ciò che rimane libero della giornata, lo impiego in videochiamate, nel provare a ridurre la distanza tra me e le persone care, tra le quali i miei nipoti, che mai come in questi giorni sembrano crescere a vista d’occhio. Concludendo, mi mancano gli affetti più cari, che vorrei rivedere e riabbracciare il prima possibile, ma credo che mai avrei avuto più bisogno di una battuta di arresto così come in questo momento della mia vita. Insomma, rubando una frase di uno scrittore/sceneggiatore, direi: ”Non tornerei alla normalità perché la normalità era il problema.” (A.)