Nella Campania ‘arancione’ fino al 23 dicembre: un’ulteriore stretta sulle aree pubbliche e sulla movida
NAPOLI – Le festività natalizie si avvicinano e i territori regionali si colorano secondo le disposizioni ministeriali, ferma restando l’uniformità nazionale in “zona rossa” nei giorni prefestivi e festivi. L’Unità di Crisi della Regione Campania, riunitasi nella mattina di sabato 19 dicembre, ha confermato per la Campania le limitazioni vigenti: si resta in “zona arancione”. Nell’ordinanza n. 98 firmata dal Presidente De Luca sono previste le misure di prevenzione e contenimento del contagio da Covid-19, le quali saranno efficaci a partire da oggi 20 fino al 23 dicembre 2020. Sono, in sostanza, confermate tutte le misure vigenti per effetto di disposizioni statali – ivi comprese quelle di cui all’art.2 del DPCM 3 dicembre 2020 (cd. “zona arancione”) – nonché regionali, come già disposto dall’Ordinanza n. 96 del 10 dicembre 2020 relativa ai controlli degli arrivi e alle limitazioni alla mobilità sul territorio campano. È fatto divieto per i bar e gli altri esercizi di ristorazione, a partire dalle ore 11 del mattino, di vendere con asporto bevande alcoliche e non alcoliche. Va detto che, per tutta la giornata, c’è il divieto di consumare cibi e bibite, anche non alcoliche, nelle aree pubbliche ed aperte al pubblico, comprese le ville e i parchi comunali. Inoltre, tutti gli esercizi commerciali sono obbligati a misurare la temperatura corporea agli avventori all’ingresso dei propri locali e ad inibire l’ingresso laddove la temperatura risulti superiore a 37,5 ° C. Resta aperta la questione della “movida”. De Luca raccomanda i Sindaci e le altre Autorità locali di intensificare la vigilanza ed i controlli nelle zone più affollate dai gruppi giovanili. Sempre ai Comuni, infine, è rinnovata la sollecitazione ad adottare i necessari provvedimenti di chiusura, seppur temporanea, delle aree pubbliche o aperte al pubblico in cui si ritenga impossibile il rispetto delle disposizioni relative al consumo delle bibite e della distanza di sicurezza interpersonale di almeno un metro. In generale, si rammenta che a fronte delle subentrate restrizioni cautelari, per le attività di ristorazione sono previsti i ristori stabiliti a livello nazionale. (g.f.)