Verso i referendum sulla giustizia: il secondo quesito
I referendum popolari abrogativi del 12 giugno si avvicinano. Il popolo italiano è chiamato a pronunciarsi su cinque importanti questioni relative all’amministrazione della Giustizia.
Nei prossimi giorni offriremo alcuni spunti di riflessione, illustrando ogni volta, le ragioni del SI e le ragioni del NO.
Vediamo, in breve, il quesito n. 2.
II QUESITO
«Volete voi che sia abrogato il decreto del Presidente della Repubblica 22 settembre 1988, n.447 (Approvazione del codice di procedura penale) risultante dalle modificazioni e integrazioni successivamente apportate, limitatamente alla seguente parte: art.274, comma 1, lettera c), limitatamente alle parole: “o della stessa specie di quello per cui si procede. Se il pericolo riguarda la commissione di delitti della stessa specie di quello per cui si procede, le misure di custodia cautelare sono disposte soltanto se trattasi di delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a quattro anni ovvero, in caso di custodia cautelare in carcere, di delitti per i quali è prevista la pena della reclusione non inferiore nel massimo a cinque anni nonché per il delitto di finanziamento illecito dei partiti di cui all’art.7 della legge 2 maggio 1974, n.195 e successive modificazioni.”?»
In parole semplici: In questo caso la domanda posta ai cittadini è: volete abrogare la norma sulla “reiterazione del reato” dall’insieme delle motivazioni per cui i giudici possono decidere la custodia cautelare in carcere o i domiciliari carcerazione preventiva o utilizzo del braccialetto elettronico o divieto di avvicinamento alle vittime) per una persona durante le indagini (prima del processo).
Chi risponde SI vuole eliminare questa motivazione dalle ragioni per cui si può disporre la custodia cautelare, lasciando la custodia solo per questi motivi: pericolo di fuga, inquinamento delle prove e rischio di commettere reati di particolare gravità, con armi o altri mezzi violenti.
Chi vota NO vuole mantenere in vigore la legge che consente l’arresto o i domiciliari anche per la motivazione del pericolo della ripetizione del reato.
Per il SI: “La custodia cautelare, prima di una condanna definitiva, deve essere un rimedio assolutamente eccezionale; nel nostro Paese, non è così, e la carcerazione preventiva da eccezione è diventata la regola! Attenzione, i detrattori dei referendum affermano che si vorrebbe abolire la custodia cautelare, ma ciò non corrisponde al vero. Nessuno chiede di abrogare la custodia cautelare in carcere e le condizioni per la sua applicazione, tanto che il quesito referendario non riguarda l’abolizione generica del pericolo di reiterazione del reato. Se v’è il pericolo che un indagato commetta gravi reati (compresi i casi di criminalità organizzata e di violenza) potrà essere applicata la custodia cautelare in carcere. Con la vittoria del “sì” resterebbe quindi applicabile la custodia cautelare in carcere per i reati più gravi. Con questo referendum si vuole soltanto limitare l’abuso della carcerazione preventiva e porvi un freno.” (Avv. Giulia Buongiorno – Resp. Giustizia Lega. Fonte: https://www.leggioggi.it/)
Per il NO: “Votiamo No al referendum sulle misure cautelari perché l’abrogazione toglierebbe la possibilità di utilizzarle per il rischio di reiterazione del reato. Riteniamo che questo quesito metta a repentaglio una norma che serve a tutelare le vittime e la sicurezza pubblica. Si tratta di reati come stalking, truffe agli anziani, spaccio, anche quando gli accusati vengono colti in flagranza di reato verrebbero rimessi in libertà senza nessuna restrizione a tutela della sicurezza pubblica.” (Franco Mirabelli, senatore capogruppo Pd in Commissione Giustizia. Fonte:
https://www.rainews.it/).