Crisi FOS a Battipaglia: 289 dipendenti in cassa integrazione per 13 settimane
BATTIPAGLIA – A partire da lunedì 16 ottobre e fino a domenica 14 gennaio 2024 andranno in cassa integrazione ordinaria i dipendenti dello stabilimento FOS della Strada Provinciale 135. Una vera novità per l’importante azienda, dato che mai l’attività produttiva era stata ridotta per ricorso alla cassa integrazione, se non durante la recente emergenza pandemica.
Parliamo di ben 289 lavoratori, che avranno inoltre la possibilità di usufruire delle ferie non godute finché non scatterà il piano stabilito. Non dunque un’interruzione totale, ma una rotazione tra i lavoratori sospesi, per circa 13 settimane consecutive, assicurando almeno il 20% della produzione prevista su base annuale.
E’ quanto hanno deciso lo scorso 12 ottobre i vertici aziendali di Prysmian ed i sindacati nell’incontro tenutosi nella sede di Confindustria a Salerno.
Già un mese fa la Prysmian aveva annunciato l’apertura della cassa integrazione per più di 500 unità di personale attive nei due stabilimenti campani, quello di Pignataro in provincia di Caserta e per l’appunto quello di Battipaglia.
È l’ennesimo passo lungo una crisi che si protrae da tempo e che dovrebbe rientrare nei gangli della normalità a partire dal nuovo anno, con relativo sollievo dei dipendenti, sebbene la congiuntura critica attuale resti pressoché la stessa tanto da indurre i sindacati a tener desta l’attenzione sulla questione, con occhio di riguardo alle ricadute già palesi anche sull’indotto. Stando alle doglianze più volte espresse dai sindacati, le scelte governative nazionali non hanno finora tenuto conto delle specificità e dell’alta tecnologia dell’impresa, come è provato dalla mancata adozione di riferimenti normativi per fissare criteri di qualità indispensabili nei processi di produzione della fibra ottica (cosa invece accaduta in Francia, a beneficio delle aziende e degli occupati), sicché nell’ammodernamento della rete digitale nazionale ora si punta su prodotti di minor qualità e minor costo. Va da sé che la Prysmian debba poi tagliare sui costi di produzione e sul personale per competere con i ‘colleghi’ cinesi o indiani, in grado di posizionare sul mercato prodotti meno raffinati e, per questo, venduti anche a quote più competitive. (g.f.)