Agropoli, tra sacro e profano: la Processione della Madonna di Costantinopoli e il Carnevale nel Patrimonio culturale della Campania
AGROPOLI- ‘La processione re la Maronna re lu maru – La regina venuta da Costantinopoli’, e il ‘Carnevale di Agropoli’ entrano a far parte del Patrimonio Immateriale della Regione Campania. Sono, com’è noto, due antiche e sentite tradizioni locali. Hanno ottenuto un riconoscimento ufficiale: sono state inserite nell’IPIC (Inventario Patrimonio Immateriale Campania).
A darne notizia è il Sindaco Roberto Mutalipassi, con in mano il Decreto dirigenziale della Regione Campania relativo all’aggiornamento dell’IPIC (Inventario del Patrimonio Culturale Immateriale Campano).
L’Amministrazione comunale è riuscita nell’intento di valorizzare le due iniziative tramite la loro iscrizione nel catalogo regionale.
Ricordiamo che ogni anno – il 24 luglio – si celebra la festa della Madonna di Costantinopoli che si conclude con la suggestiva processione delle barche.
Da sempre venerata nea comunità cilentana, secondo la leggenda, la sua statua fu rinvenuta in mare dai pescatori agropolesi, che la portarono in processione fino al promontorio dove sorge l’attuale chiesa a lei dedicata costruita nel XVI secolo.
Da anni anche la tradizione del Carnevale è sentita in città. Per vari mesi più di 200 volontari e storici carristi lavorano in rete per realizzare i carri allegorici. Da 1968 la festa del Carnevale agropolese innesca un ricco processo di creazione artistica, con molte manifestazioni collaterali, quali la corrida, le sfilate su passerella delle mascherine e l’esibizione di gruppi folkloristici e musicali.
Si tratta, dunque, di due tradizioni importanti che oltre a facilitare l’aggregazione sociale costituiscono un attrattore turistico e culturale.
Il sindaco Roberto Mutalipassi dichiara: «Per richiedere l’iscrizione abbiamo dovuto dimostrare la storicità degli elementi culturali, la cui pratica deve essere attestata almeno nei 50 anni precedenti alla richiesta, abbiamo quindi scelto di proporre due manifestazioni fortemente radicate nella nostra comunità che sono state infatti riconosciute come meritevoli di entrare a far parte del Patrimonio Immateriale della Campania. Questo ci riempie di orgoglio e ci spinge a continuare a custodire le nostre tradizioni attraverso uno sforzo collettivo che vede la partecipazione attiva della comunità.»
L’IPI cataloga le pratiche tradizionali connesse alle tradizioni, alle conoscenze, alle pratiche, al saper fare della comunità campana. È questa l’utilità storico-sociale dell’inventario, che è uno strumento ideato preservare la vitalità del patrimonio culturale immateriale delle comunità locali. e per sostenere l’economia turistica locale.
(g.f.)