Ambiente, lavoro e futuro: la Chiesa italiana riparte da Taranto
TARANTO – Manca poco più di un mese all’inaugurazione dei lavori della 49° Settimana Sociale dei Cattolici italiani, che si svolgerà nella capitale jonica dal 21 al 24 ottobre 2021.
Il tema è: “Il Pianeta che speriamo.”
Si tratta di un importante evento per la Chiesa Cattolica italiana. E non è solo un evento.
Non conta mandare in scena le promesse e le virtù della Chiesa italiana. Conta incontrarsi e discernere insieme, affinché il laicato cattolico si ritrovi nelle sue espressioni aggregative, per analizzare problemi comuni ed elaborare proposte condivise da offrire alla società italiana.
E di problemi a Taranto non ne mancano, sotto il profilo ambientale, lavorativo e di tutela della salute.
Le coordinate tematiche trovano di fatto spazio già nel sottotitolo dell’importante iniziativa: ambiente, lavoro, futuro.
La 49ª Settimana Sociale prende non a caso l’avvio da un’affermazione tipica di Papa Francesco: “Tutto è connesso.” Il ‘testo-chiave’ di riferimento è l’Enciclica Laudato si’. Ricorda il Papa nell’art. n. 49: “Non possiamo fare a meno di riconoscere che un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale, che deve integrare la giustizia nelle discussioni sull’ambiente”. Ed ancora: “Non ci sono due crisi separate, una ambientale e un’altra sociale, bensì una sola e complessa crisi socio-ambientale. Le direttrici per la soluzione richiedono un approccio integrale per combattere la povertà, per restituire la dignità agli esclusi e nello stesso tempo per prendersi cura della natura” (LS 139).
Nei ‘Lineamenta’ è scritto: “La scelta di evidenziare un tale rapporto si accompagna alla scelta di Taranto come città in cui si svolgerà la prossima Settimana Sociale. Proprio la città pugliese è infatti luogo emblematico nel quale queste due dimensioni – quella dell’ambiente e quella del lavoro – sono state spesso vissute secondo un ingiusto conflitto. Qui sono eclatanti il “debito sociale” (LS 30) e ancor più il “debito ecologico” (LS 51) di cui parla Papa Francesco.
Ancora oggi, c’è chi afferma che le esigenze della difesa dell’ambiente e della salute debbano essere perseguite in modo unilaterale; ma questo acuirebbe i problemi occupazionali e sociali, specie in un contesto già vulnerabile come quello meridionale.”
Tutte le diocesi italiane sono di fatto impegnate in un cammino preparatorio orientato da tempo al grande appuntamento pugliese, per condividere una dimensione sinodale che, da un lato, garantisce lo spirito unitario dell’impresa e, dall’altro, consente ai singoli territori di esprimere le proprie criticità e potenzialità.
Proprio nei mesi estivi si sono svolti lungo lo Stivale italico i seminari di elaborazione dei contributi da presentare nell’assise ionica.
Per il Sud il seminario si è svolto il giugno scorso, articolatosi in alcuni importanti ambiti di lavoro: ambiente, infrastrutture, zone economiche speciali, agricoltura, turismo, formazione, politiche industriali e sostenibilità ambientale.
Nell’accurata elaborazione testuale approntata da Simona Loperte (disponibile sul sito web delle www.settimanesociali.it), emergono alcuni d’interesse che qui richiamiamo in breve.
INFRASTRUTTURE
Per le Infrastrutture, evidenziamo le seguenti priorità: a) Potenziamento del sistema ferroviario Alta Capacità/Alta Velocità opere logistiche; b) Potenziamento del sistema viario; c) Valorizzazione del sistema portuale; d) Realizzazione di servizi pubblici collettivi locali (cura agli anziani e dai bambini) e territoriali (in particolare schemi idrici e ciclo integrato dei rifiuti); Banda larga ed ultralarga.
FORMAZIONE
Per la Formazione gli assi prioritari sono: a) nuovacultura dellavoro; b) nuova cultura ambientale. Si punta in particolare alla programmazione di un’adeguata offerta formativa partendo dal monitoraggio dei fabbisogni professionali e formativi e delle relative competenze, procedendo alla revisione ed aggiornamento dei CUR – Cataloghi Unici Regionali dell’offerta formativa d’accesso individuale; occorre inoltre promuovere l’orientamento, scolastico (a partire dalla scuola primaria e secondaria) e professionale realizzando percorsi su misura che valorizzino le
vocazioni personali, gli interessi e gli stili di apprendimento individuali, anche attraverso il rilancio delle Agenzie Regionali Lavoro. Da potenziare le misure per la transizione istruzione, formazione, lavoro. Necessario anche sviluppare un rapporto stabile con il sistema della domanda e con gli altri attrattori della transizione (Scuole, Università, ITSeCFP-IeFP, imprese).
AMBIENTE
Per l’ambiente occorre rafforzare la rete dei servizi formativi e per le politiche attive, attraverso il consolidamento della governance pubblico/privato.
Occorre inoltre definire un quadro conoscitivo puntuale delle principali espressioni antropiche e stato dellematrici ambientali. E ancora altri punti:
- Bonifica dei Siti contaminati di Interesse Nazionale (S.I.N.)
- Realizzazione di un corretto ciclo integrato di gestione dei rifiuti
- Realizzazione di idonei impianti di depurazione delle acque reflue
- Piani di azione per la riduzione del dissesto idrogeologico
- Valorizzazione e tutela degli ecosistemi
- Gestione forestale sostenibile
- Potenziamento ARPA
- Implementazione piani di indirizzo energetico–ambientale paesaggistico.
AGRICOLTURA
Riguardo all’Agricoltura, si parte dalla promozione dello sviluppo delle aree interne attraverso un potenziamentodella rete idrica (piccoli invasi per le imprese montane)
- Recupero dei suoli inquinati (loro destinazione per esempio per produzione dienergia);
- Promozione della formazione e politiche di premialità per imprese cheutilizzano correttamente i prodotti fitosanitari;
- Promuovere lo sviluppo di filiere sostenibili combattendo fenomeni come il caporalato che mettono al primo posto il profitto di impresa a danno delladignità delle persone (agromafie).
POLITICHE INDUSTRIALI E SOSTENIBILITÀ AMBIENTALE
Veniamo alle Politiche industriali e sostenibilità
ambientale. Si ribadiscono:
- Necessità di riconoscimento della centralità dell’impresa e di una maggiore cultura di impresa nella risoluzione del problema lavoro
- Necessità di progettazione partecipata fra istituzioni ed impresa con ilcoinvolgimento di tutti gli stakeholder ed il riconoscimento del ruolo-chiavedell’affermazione (per riduzione mismatching domanda-offerta)
- Necessità di snellimento delle procedure autorizzative
- Opportunità della creazione del profilo di dialogo fra le ARPA e le imprese
- Potenziamento di strumenti di pianificazione di valutazione degli impatti daFER
Contratti di sviluppo per attrarre investimenti in tutte le aree industriali(premialità per recupero strutture produttive dismesse) - Piani di Sviluppo Industriali (premialità riduzione del consumo di risorse,riduzione degli sprechi)
- Piani di investimento (premialità autoproduzione da FER)
- Rinnovamento Enti Gestori–Consorzi di Sviluppo Industriale (modelli digovernance es.Aree Produttive Ecologicamente Attrezzate-APEA)
Il tessuto imprenditoriale frammentato (micro-imprese) rende necessario il ricorso
a strumenti di ingegneria finanziaria per minimizzare la difficoltà di accesso alcredito e volti a:
- sostegno imprese esistenti
- favorire successivo sviluppo
TURISMO
Infine, il Turismo. Si evidenziano i seguenti punti.
- Valorizzazione del patrimonio museale ed archeologico
- Hub culturali musei,aree archeologiche, complessi storici e architettonici già
attualmente (o con potenzialità di divenire) attrattori di domanda turistica di
qualità e ad alto valore aggiunto del relativo sistema culturale territoriale - Recupero piccoli borghi (smart working)
- Necessità di personale adeguatamente formato (formazione on the job)
- Creazione di reti di destinazioni di eccellenza sul modello comunitario dell’”European destination of excellence” e la realizzazione di progetti pilota(modelli di gestione territoriale evoluta)
- Strategia di comunicazione unitaria del Sistema turistico integrato Mezzogiorno.
Fin qui l’elaborazione testuale offerta da Simona Loperte per il Sud Italia. Tanto basta per comprendere la complessità di uno scenario in cui tutti sono chiamati a svolgere – per così dire – i più adeguati esercizi di laicità, coniugando il messaggio evangelico e le istanze della fede.
A questo servono, da decenni, le Settimane Sociali: a dirsi criticità ed opportunità del tempo presente e darsi idee e proposte per viverlo alla luce del Vangelo e del Magistero ecclesiale.
La Settimana Sociale è, insomma, una grande occasione di discernimento comunitario per cogliere i segni dei tempi. Lo dicevamo: un faro di indubbio fascino e capacità orientativa è l’Enciclica ‘Laudato si”.
A tal proposito, leggiamo ancora nei ‘Lineamenta’: “Siamo dentro una rete planetaria di influenze che può veicolare speranza o distruzione in ragione della prospettiva che si assume.
Lo scopo della prossima Settimana Sociale dei Cattolici italiani è dunque quello di offrire al nostro Paese una speranza fondata e operosa, a partire dalla chiave di lettura della “ecologia integrale” che ci propone “di entrare in dialogo con tutti riguardo alla nostra casa comune” (LS 3).”
È ormai chiaro: l’approccio indicato da Papa Francesco è quello della “ecologia umana” (LS 155), non appena economico ed ecologico ma umano-spirituale.
Una platea di esperti e testimoni autorevoli animerà le giornate tarantino e ci aiuterà ad entrare nel tema scelto: economisti e giuristi; docenti e studenti; politici ed amministratori, prelati, laici e volontari del mondo associazionistico. E ancora: filosofi e medici, sindacalisti e ambientalisti.
Ricordiamo intanto che il Comitato scientifico è presieduto da Mons. Filippo Santoro, S.E. Arcivescovo di Taranto ed è composto da Sergio Gatti, Vice Presidente e Direttore Generale Federcasse; Prof. Mauro Magatti, Sociologo e docente Università Cattolica Sacro Cuore – Milano; S.E. Mons. Marco Arnolfo, Arcivescovo di Vercelli; S.E. Mons. Angelo Spinillo, Vescovo di Aversa; Padre Francesco Occhetta, Gesuita, docente Pontificia Università Gregoriana; Sr. Alessandra Smerilli, Economista e docente Stabile, Pontificia Facoltà di scienze dell’educazione “Auxilium”; Prof. Leonardo Becchetti, Economista e docente, Università di Roma Tor Vergata; Prof. Flavio Felice, Docente di Storia delle Dottrine Politiche, Università degli Studi del Molise; Dott. Claudio Gentili, Direttore Rivista “La Società”, Education Confindustria;
Prof. Franco Miano, Docente di filosofia morale,
Università degli studi di Roma Tor Vergata; Prof. Giuseppe Notarstefano, Docente Università LUMSA, Presidente Nazionale dell’Azione Cattolica Italiana.
Insomma: da Taranto a Taranto, passando per l’Italia intera. Si tenga presente che, insieme a Taranto, secondo i dati dell’ISPRA del 2018, in Italia ci sono 41 siti SIN, cioè siti gravemente inquinati, ad elevato rischio sanitario. Questi fanno capo al Ministero dell’ambiente ed altri 17 sono a carico alle regioni. Quello che si aprirà in terra jonica è un cammino animato da urgenze e speranze. Dovrà essere percorso declinando tutti i modi possibili della sostenibilità socio-ambientale, per realizzare una vera “ecologia umana”. (g.f.)