Beni confiscati alla criminalità organizzata: ad Olevano una Casa di Comunità
OLEVANO SUL TUSCIANO – Gli immobili di proprietà comunale, già confiscati alla mafia, saranno trasferiti all’ASL di Salerno per poter realizzarvi una “Casa della Comunità”.
Lo ha deliberato il Consiglio comunale nella seduta-lampo di giovedì 13 ottobre: in 15 minuti è stata presentata, illustrata, discussa ed approvata la proposta che si avvarrà dei finanziamenti previsti dalla Missione 6 “Salute” del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR).
Parliamo degli edifici identificati in Catasto al Foglio n.6 p.lla n. 570 e part.lla n.62 assegnati al Comune di Olevano sul Tusciano dall’Agenzia Nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata (ANBSC) con decreto n.0046091 prot. interno del 02/11/2016. Siamo nella frazione di Salitto.
Ricordiamo che il comma 3 dell’art. 48 del D.Lgs. 159/2011 prevede in particolare che i beni immobili confiscati siano trasferiti per finalità istituzionali o sociali.
Con nota prot. n. 73520 del 30 marzo 2022 l’Asl di Salerno aveva richiesto al Comune di rendere disponibile, laddove possibile, strutture territoriali da ristrutturare o terreni idonei per consentire la realizzazione di Centrali Operative Territoriali
(COT), Case della Comunità (CdC), Ospedali di Comunità (OdC).
Il trasferimento degli immobili è di fatto oggi considerato un passaggio amministrativo inevitabile affinché si possa realizzare la struttura di potenziamento dell’assistenza territoriale. Sarà l’Asl a gestire direttamente il finanziamento.
Di qui il pronunciamento ufficiale del Consiglio, con delibera n. 29, assunta pur in assenza dei componenti di minoranza, con cui è stata approvata la proposta elaborata dal Responsabile dell’Area Ing. Alessia Ciancio.
Il Sindaco Michele Volzone, amareggiato per l’assenza dei consiglieri di opposizione, ha spiegato che in principio si era propensi a cedere un terreno per costruirvi un ospedale di comunità. Sarebbe stata un’utile novità, data l’assenza del servizio locale. Era stato finanche trovato un privato disponibile alla cessione del terreno; i tempi sarebbero stati però troppo lunghi, dal momento che sarebbe stato necessario prima procedere a trasferire il bene al Comune, per poi cederlo all’ASL. Da qui l’alternativa: costruire una di “casa di comunità”, cioè di una struttura specialistica per migliorare l’assistenza sia per i cittadini che per i territori vicini. Il PNRR consente di farlo. È lo stesso Volzone a precisare che in tal modo sarà conferito all’Asl un diritto ad avvalersi del bene per 99 anni, impiegando opportunamente i finanziamenti europei sia per adeguare la struttura sia per garantire un servizio ai cittadini. (g.f.)