Beni confiscati alle mafie: approvato il Piano strategico regionale per il biennio 2022-2024
NAPOLI – La Regione Campania ha approvato il Piano strategico per il recupero e la valorizzazione dei beni confiscati alle organizzazioni della criminalità locale per il biennio 2022-2024. Lo ha fatto con delibera n. 366del 7 luglio 2022.
È un’iniziativa che segna l’ennesima tappa di una lunga battaglia che ha registrato negli ultimi anni il grande attivismo del volontariato sociale, innanzitutto di associazioni nazionali come ‘Libera’ presieduta da Don Luigi Ciotti.
L’intento è integrare le politiche di contrasto alle organizzazioni criminali – la camorra innanzitutto e non solo – e le azioni volte al recupero dei beni in chiave sociale, interpellando le istituzioni e le espressioni varie della società civile.
Si legge infatti nel Piano, sin dalle prime righe: “La Regione Campania pone tra le priorità della propria azione amministrativa le politiche integrate di sicurezza, intese, nella loro complementarità alle politiche di comparto di competenza esclusiva del Governo centrale, quale attualizzazione dei principi di legalità e giustizia sociale e quale snodo essenziale del più complessivo sviluppo sociale, culturale ed economico del territorio. In tale prospettiva, si
declinano anche e soprattutto come politiche di contrasto alla pervasiva presenza delle organizzazioni e dei fenomeni criminali di stampo mafioso e camorristico e a tutte le altre diverse forme di criminalità e malaffare, richiedendo il coordinamento, la cooperazione e l’interazione di tutti i diversi attori istituzionali e sociali coinvolti, e la definizione di specifiche azioni volte a garantire il sostegno alle vittime innocenti di criminalità organizzata e il riutilizzo sociale e produttivo dei beni confiscati alla criminalità organizzata.”
Oltretutto ricordiamo che la Regione Campania si è presto dotata di un apparato normativo speciale per promuovere la sicurezza la cultura della legalità: si pensi alla Legge regionale 33/1985 sull’educazione alla legalità e alla Legge regionale 12/2003 sulle politiche di sicurezza, come anche alla Legge regionale 11/2004 sull’aiuto alle vittime dei reati intenzionali violenti, fino ad arrivare per l’appunto alla Legge
regionale 7/2012 sul riuso dei beni confiscati alla criminalità organizzata o alla più recente Legge regionale 54/2018 per il sostegno socio- educativo, scolastico e formativo a favore delle vittime innocenti di camorra, dei reati
intenzionali violenti e dei loro familiari o alla recentissima Legge regionale 15/2020 per il sostegno delle buone pratiche per le politiche integrate di sicurezza.
In questa cornice normativa, ad assumere particolare rilievo sono gli interventi per valorizzare i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, come disciplinati dalla citata Legge regionale 7/2012 e nella rinnovata direzione data dalla Legge regionale 3/2018.
Ma, in concreto, quali sono gli obiettivi del Piano?
Vediamoli in breve.
Nel Piano strategico per i beni confiscati della Regione Campania 2022-2024 le priorità stanno nel sostenere innanzitutto progetti finalizzati al riutilizzo istituzionale e sociale per rispondere alle esigenze dei territori e al miglioramento dei servizi pubblici. Si tratta di tutelare e valorizzare i diritti e di rispondere alle necessità e ai bisogni delle fasce della popolazione a maggiore rischio di emarginazione ed esclusione sociale.
Ma si mira anche a sostenere progetti finalizzati a un riutilizzo produttivo, sostenibile e inclusivo, capace di garantire il reinserimento socio-lavorativo dei soggetti ‘svantaggiati’, magari rafforzando le filiere produttive e commerciali di beni e servizi, facendo leva proprio sul riutilizzo dei patrimoni confiscati. Ciò comporta la necessità di incentivare la nascita di nuove imprese sociali e start up, se non anche sviluppare forme inedite ma stabili di economia sociale, pensando ad azioni di agricoltura sociale.
La sfida sta sempre nel passare dalle parole ai fatti. La nuova pianificazione regionale prevede intanto azioni e interventi allineate ai macro-obiettivi della transizione ecologica, tramite sinergia e collaborazione istituzionale tra i soggetti istituzionali, sociali, economici, educativi, coinvolti nella gestione e valorizzazione dei beni confiscati.
Si sa, non è facile: occorre puntare alla formazione e qualificazione delle competenze necessarie per la ‘governance’ del patrimonio sottratto alla criminalità organizzata. E dunque bisogna coinvolgere i Comuni al cui patrimonio indisponibile sono trasferiti beni confiscati, tra l’altro favorendo la trasparenza dell’azione amministrativa. Le parole d’ordine tornano: co-programmazione e co-progettazione per disegnare i “profili di comunità” che individuino vocazioni, eccellenze, necessità e bisogni dei territori locali.
Chi lo sa? Domanda a cui si può rispondere se non sensibilizzando e animando il territorio, nonché investendo sulla comunicazione istituzionale per incentivare la partecipazione alle attività e le azioni di monitoraggio civico delle progettualità sviluppate sui beni confiscati.
E non sarà poco se si vorrà favorire la re-immissione nel mercato legale delle aziende confiscate. Le politiche attive a sostegno dell’occupazione giovanile passano anche di lì. (g.f.)
Allegato – Piano strategico regionale per recupero e valorizzazione beni confiscati 2022 – 2024