Beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata: un’iniziativa a supporto dei Comuni
NAPOLI – L’Agenzia Nazionale per i Beni Sequestrati e Confiscati alla criminalità organizzata ha creato nel proprio portale istituzionale una pagina denominata “L’Agenzia supporta i Comuni”. Non è una novità da poco.
La sicurezza e la legalità possono essere promosse dichiarando lotta alle mafie. È una battaglia da combattere con azioni integrate che richiedono il coordinamento tra tutti gli attori istituzionali e locali.
Si prende atto di un’evidenza eloquente: in Campania, il
panorama normativo in materia è ben variegato. Ci sarà un perché. Basta constatare la qualità della vita sociale nei singoli territori locali. Laddove è più aspra ed aggressiva l’attività criminale, più forte dev’essere il contrasto dello Stato, ad iniziare da una tutela pubblica che sia fondata su basi normative certe.
Si parte dagli anni ’80 e si va, dunque, da una legge regionale sull’educazione alla legalità (LR 39/85) ad una legge regionale sulle politiche di sicurezza (LR 12/03), passando per una legge sull’aiuto alle vittime dei reati intenzionali violenti (LR 11/04) fino ad una più recente legge sul riuso dei beni confiscati alla criminalità organizzata (LR 7/12 e ss.mm.ii.).
Si mira ora al potenziamento, alla riorganizzazione e allo sviluppo delle politiche di destinazione dei beni confiscati. Ciò esige che sia rafforzata l’intesa con gli Enti Locali e gli uffici ministeriali.
Si tratta in concreto di considerare le opportunità di finanziamento previste a livello regionale, nazionale ed europeo, o quelle di recente rientranti nel PNRR.
È nota, a tal proposito, la disponibilità dei supporti informativi attivati dall’ANCI o dal Governo stesso, come quello dell’Agenzia per la Coesione Territoriale.
Per la Campania occorre innanzitutto fare riferimento alla
Legge Regionale n. 7 del 16 aprile 2012 “Nuovi interventi per la valorizzazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata”, pubblicata nel Bollettino Ufficiale della Campania il 23 aprile 2012. È la legge che istituì il Fondo per la valorizzazione dei beni confiscati, ma anche il Fondo di rotazione per la progettazione tecnica ed il Fondo per l’ammortamento dei prestiti.
È, inoltre, la legge che istituì l’Osservatorio regionale sull’utilizzo dei beni confiscati, presieduto dall’assessore agli enti locali, avente la funzione di promuovere e supportare le attività di riutilizzo dei beni confiscati, nonché di individuare le forme di cooperazione con l’Agenzia nazionale. Nulla può evidentemente essere lasciato al caso o all’iniziativa disarticolata dei singoli enti. La legge, all’articolo 3, l’istituisce di fatto il Piano regionale triennale per un riuso più efficace dei beni confiscati alle mafie. È sempre la Legge regionale n. 7 del 2012 ad aver fissato i criteri di accesso e riparto del Fondo unico per il Beni confiscati, accogliendo ad esempio progetti di ristrutturazione funzionale di beni immobili confiscati proposti dai Comuni, in forma singola o consortile, al cui patrimonio indisponibile risulta trasferito il bene, purché abbiano adempiuto alle previsioni indicate dalla normativa.
E, ancora, la stessa norma regionale accoglie le attività di riutilizzo sociale dei beni confiscati, ossia finanzia
i progetti di rafforzamento o ampliamento di attività già in essere sui beni per accrescerne la competitività, lo sviluppo, con l’obiettivo di
valorizzare lo stesso patrimonio confiscato con pratiche e filiere d’economia sociale in un’ottica di rete. Una vera occasione, questa, per le cooperative e le associazioni le cui finalità statutarie sono per l’appunto la promozione e la valorizzazione del bene già appartenuto ai clan malavitosi, creando effetti sul territorio in termini di sviluppo socio-economico ed occupazionale, con impegno costante nella legalità e nel contrasto alla criminalità organizzata.
Ebbene, grazie alla nuova iniziativa dell’Agenzia Nazionale, gli Enti locali interessati potranno trovare i modelli operativi nella pagina web a loro dedicata, articolati nelle singole sezioni, insieme agli approfondimenti normativi e giurisprudenziali, nonché le indicazioni sulle risorse finanziarie regionali, nazionali ed europee, con la descrizione delle buone prassi già sperimentate, oltre alle risposte alle domande più frequenti.
La libera interazione per informazioni e chiarimenti ulteriori è comunque possibile tramite la mail supportoaicomuni@anbsc.it
Non si può non condividere la convinzione che “restituire” alla collettività i patrimoni sottratti alle mafie è la migliore risposta che lo Stato possa dare alla “presenza pervasiva” della criminalità
organizzata.
(g.f.)