Con Focherini nelle periferie del mondo: il coraggio laicale per affermare l’attualità del Vangelo
“Se tu avessi visto, come ho visto io in questo carcere, cosa fanno patire agli Ebrei, non rimpiangeresti se non di non averne salvati in numero maggiore…” Queste sono le parole di Odoardo Focherini
incise sulla pietra nel Museo Monumento al Deportato di Carpi.
Odoardo Focherini è stato un tenace, generoso e coraggioso socio di Azione Cattolica. Egli ha speso e donato la vita per salvare gli ebrei: procurò una via di fuga ad oltre cento perseguitati ebrei e fu così inviso al regime fascista che lo fece arrestare e trasferire nei campi di concentramento di Fossoli, Gries, Hersbruck ed infine a Flossemburg, dove morì il 27 dicembre 1944 assistito da un altro valoroso socio di AC, Terenzio Olivelli.
Ebbene, che dire di Focherini? Cosa dice il suo martirio oggi a noi cristiani e cittadini di una società in cui non ci sono i campi di concentramento, ma c’è gente schiava, ad esempio, di un mercato del lavoro che elude la dignità e sicurezza dei lavoratori?
La testimonianza di Odoardo Focherini deve spronarci ad andare nelle periferie del mondo, spesso più vicine di quanto si immagini, per portarvi un messaggio di speranza, insieme ad un po’ di pane.
Nelle nostre città ci sono persone che vivono ai margini, in una fabbrica dismessa piuttosto che in un rudere abbandonato.
Nelle nostre città ci sono famiglie che vivono in case fatiscenti con prole bisognosa di aiuto e alla ricerca di una vera integrazione.
Se seguissimo Focherini, senza perderci troppo in “paroloni”, potremmo alleviare le sofferenze degli ultimi e rendere la loro vita un po’ più dignitosa. Odoardo Focherini aiutava gli altri, perché aveva messo al centro della sua vita Gesù. Anche noi dovremmo fare lo stesso.
Seminiamo amore, operiamo con gioia nella vigna del Signore.
Focherini offri la sua vita “in olocausto per la diocesi di Carpi, per l’Azione Cattolica, per il Papa e per il ritorno della pace nel mondo.”
Aiutava il prossimo senza se e senza ma; non si risparmiava nonostante avesse una famiglia numerosa con ben sette figli.
Qualche “bontempone” dirà che erano altri tempi, che i Cristiani di oggi, giovani ed adulti, non possono offrire la loro vita a Gesù, sono impegnati da tante cose. Non si può chiedere loro di ricercare il bene comune con passione e gioia, competenza e tenacia, speranza e sistematicità.
Costoro dovrebbero avere il coraggio di dire anche che il Vangelo non è più attuale. No, è bene che ciascuno continui a fare la propria parte. Il Vangelo è sempre lo stesso e le coscienze si formeranno secondo la Parola se ispirate da modelli di virtù laicale quali Focherini ed Olivelli, Bachelet e Moro…
(Avv. Marcello Capasso – Coordinatore CS)