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Crisi ambientale, il Ministro Costa a Battipaglia: “Convocherò un tavolo istituzionale.”


BATTIPAGLIA – Alla fine è venuto. Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa è venuto a Battipaglia, più volte sollecitato dai comitati, dai movimenti, dalle associazioni, dai singoli cittadini a tastare con mano la gravità della questione ambientale che, soprattutto dall’ultimo incendio del 3 agosto, sta arroventando la cronaca estiva.
La Sala “San Giuseppe” della parrocchia “San Gregorio VII” era gremita di persone. Uomini e donne in fila sul sagrato per vedere il Ministro della “Terra dei Fuochi” ed ascoltare da lui quale sarà il prossimo passo da farsi per risolvere la crisi ambientale.
Ad organizzare l’incontro sono stati i rappresentanti locali del Movimento 5 Stelle insieme ad alcune associazioni ambientaliste. Ed è subito montata la polemica con l’Amministrazione comunale. Il fatto che un Ministro della Repubblica abbia deciso di incontrare i cittadini in una parrocchia – sede provvisoria del Comitato battipagliese – anziché in una sede istituzionale, ha fatto storcere le labbra a non pochi in città. La Sindaca Francese è assente; ha fatto sapere di non essere stata invitata. Eppure Cosimo Adelizzi, deputato M5s – ci tiene subito a chiarire la circostanza e comunica in sala di aver provveduto prima informalmente e poi formalmente ad invitare il primo cittadino.


Al di là degli equivoci che infrangono il cerimoniale istituzionale, il problema aperto resta quello dei miasmi, per non dire delle disfunzioni gestionali che minano la regolarità del ciclo dei rifiuti e, non ultimo, l’incremento di patologie tumorali nella Piana del Sele.
Sono questi i temi che davvero stanno a cuore alle tante persone, giovani ed anziani, che hanno riempito la sala parrocchiale. Hanno atteso nella calura estiva l’arrivo del Ministro che, in mattinata, ha voluto dapprima effettuare dei sopralluoghi nelle aree critiche estese tra Eboli e Battipaglia: ha voluto sentire la ‘puzza’ col suo naso, quella che finora gli era stata solo raccontata negli incontri svoltisi a Roma.
A fare gli onori di casa è stato il parroco Don Michele Olivieri: “Il mio è sì un saluto, ma è anche l’occasione per ribadire un aspetto fondamentale della questione. Mi sento cittadino di questo territorio e mi onoro di essere al servizio della comunità, come lo sono i sacerdoti di questa forania, mossi soltanto da amore per il popolo e attivi al suo fianco per il bene del territorio. Ogni uomo si sente figlio della propria terra e ciò è un diritto da difendere, da valorizzare, da promuovere. È un diritto che non può essere mortificato mai. Il nostro è un territorio che ha una lunga storia, di cui l’industrializzazione è stata solo una pagina controversa, con aspetti positivi e negativi, ora seguita dalla desertificazione industriale. Poi sono sorti altri problemi, di certo difficili da fronteggiare. Ebbene, mi faccio voce di ogni singola persona che abita in questo territorio.
Siamo qui per un desiderio di bene per la terra; siamo qui per i bambini, per garantire loro un futuro, una speranza. Oggi viviamo quasi in uno stato di disperazione, ma qui a Battipaglia siamo figli della Speranza e, in quanto tali, vogliamo che questa non muoia.”
Hanno poi preso la parola i referenti delle associazioni più attive in città sul fronte dell’ambientalismo e della legalità, quelle che hanno meglio documentato le criticità denunciate.
Emilia Abate (Cives et Civitas): “Ci è stata tolta la facoltà di aprire le finestre al mattino. Speriamo che questa visita del Ministro apra a Battipaglia nuove prospettive, in linea con quanto già discusso a Roma.” È la volta poi di Stefania Apostolico (Cittade): “Stiamo cercando di fare fronte comune tra le associazioni cittadine. La città si sente abbandonata in uno scaricabarile istituzionale tra gli enti locali. Battipaglia è una città in ginocchio, occorre la verifica degli impianti, la bonifica dei territori. Nulla viene fatto. Ma questa città vuole combattere, non vuole piegarsi.”
Interviene Alfredo Napoli (Legambiente): “Il Ministro Costa è ben consapevole dei problemi che attanagliano il nostro territorio. Ci siamo schierati in una causa legale per capire l’origine dei miasmi. Siamo entrati negli impianti, con un perito nominato dal Tribunale. Miasmi ed incendi: non è solo un problema che attiene al ciclo dei rifiuti; stiamo fronteggiando un problema di salute pubblica e di sicurezza. Abbiamo bisogno del Governo centrale, non è più questione comunale o regionale. I governi a Roma vanno e vengono; qui la puzza ed i rifiuti sono rimasti.”
Prende la parola Giuseppe Ferlisi (Civicamente): “Molti sono andati via da Battipaglia senza speranza. Non basta punire i singoli, non servono i selfie davanti agli impianti in fiamme. I cittadini fanno più di quanto riesca a fare la politica, che è sempre stata serva di altri poteri, contro gli interessi della città. Qualcuno ha pensato soltanto a prendere i voti dei gestori degli impianti di trattamento dei rifiuti. Ma in città restano solo gli anziani, i rifiuti e la camorra.”
A chiudere la girandola degli interventi è Carmela Bufano (Comitato “Battipaglia dice no”): “Non ci siamo mai stancati di invitare il Ministro. Siamo contenti dunque che sia venuto a Battipaglia. Lo ringraziamo, il suo essere qui in città ha grande valore. Non è una visita, è segno di attenzione dello Stato. Battipaglia non sia più tradita da tanti che non hanno mantenuto le promesse fatte.”
Il mormorio e gli strattoni, le esclamazioni facili e le provocazioni ad un tratto vanno via.
È il momento del Ministro dell’Ambiente Sergio Costa: “È un piacere ed un onore essere a Battipaglia. Ci tenevo a venire. L’ambiente non ha colore non ha appartenenze politiche.
Sì, la puzza l’ho sentita, mi era stata raccontata. Sappiate innanzitutto che la sentono i figli dei politici militanti sia a destra che a sinistra. Ci tengo poi a salutare il Sindaco Francese. Non sono andato al Comune e ciò non sia frainteso. Non vuole essere una scorrettezza istituzionale. Sapete che sono ministro dimissionario, per via della crisi di governo in atto. Non sollecito dunque le istituzioni a casa loro, non voglio stressare il sistema. Credo sia più corretto. Mi limito perciò ad andare in una sede popolare, più informale, solo per incontrare dei cittadini.”
Chiarito l’equivoco, Costa entra nel merito della questione, muovendo dalle parole del parroco: ‘Ringrazio Don Michele per l’ospitalità ed apprezzo le sue parole: noi siamo figli di questi territori. Sapete che provengo dalla Terra dei Fuochi, che ahimè si sta estendendo. Non è retorica. Il punto è: chi deve fare cosa ed in che termini? Mi chiedete: lo Stato dov’è? Vi dico che lo Stato non è solo il Governo centrale, ci sono tanti altri soggetti e livelli, quello regionale provinciale, comunale.” A qualcuno in sala l’esordio non piace ed inizia ad ipotizzare che si tratti del solito scaricabile. Il Ministro riprende:
“Voglio essere chiaro: ognuno deve fare la sua parte. Il Comune ha competenza nel gestire il Piano regolatore e la delocalizzazione degli impianti dei rifiuti. Ed è una competenza che il ministro non ha. Non faccio le pulci a nessuno.
C’è – lo sapete – un protocollo d’intesa tra Regione e Comune, siglato nel 2002 dall’allora governatore Bassolino e il sindaco Liguori. Ma dal 2009 in avanti tutte le attività di gestione dei rifiuti sono diventate, per legge, competenza della Regione.
Vengo però al mio impegno: ho già riunito i comitati civici, ho tratto utili elementi, ho acquisito i documenti.  Ho esplorato le prime richieste tre settimane fa ma, per legge, alcune cose non può farle il Ministro.
Se però resterò al Governo, farò come già ho fatto con successo nel Lazio: inviterò il Presidente della Regione Campania e la Sindaca a sedere allo stesso tavolo per sottoscrivere un impegno condiviso. Come Ministro starò lì a mediare.
Non ha inoltre senso che i sindaci della Piana litighino tra loro; convocherò anche il Presidente della Provincia, che pure ha competenza ambientale. Se è vero che ogni soggetto istituzionale può risolvere piccole cose, insieme possono risolvere grandi cose.”
Tutto dipenderà, dunque, dalle sorti del Governo. Poi il Ministro si sofferma su altri dettagli pratici: “Il Comune dovrebbe inserire nella contrattualizzazione con i gestori degli impianti di compostaggio una clausola espressa: superati i livelli pattuiti per l’emissione di sostanze odorigene, bisognerebbe pattuite che l’impianto verrà chiuso. Gli amministratori locali possono farlo e se non vogliono agire per etica, lo faranno per legge.”
Altri consensi in sala, l’approvazione si fa sentire a voce e col battimano. Riprende la parola per far presente il suo impegno politico, per far valere le sue battaglie nel governo e in Parlamento, rivelando con un pizzico di fierezza: “C’è un disegno di legge a firma mia che dovrebbe essere discusso in Parlamento, quello sul cosiddetto fattore di pressione ambientale. Ebbene, se la legge sarà approvata imporrà che – superata una certa soglia – non sarà possibile accogliere impianti in un territorio già messo a dura prova da altri lì attivi.”
Ancora applausi in sala, una rimonta d’orgoglio e fiducia. Qualcuno dissente, ma il Ministro continua: “Se, dunque, tu amministratore locale non agisci per etica, sarà la legge a dirti cosa fare. Nelle more che si applichino le leggi, cerchiamo soluzioni concrete ed immediate. Lo facciamo insieme. Perciò, come in Lazio, Convocherò anche in Campania tutti i soggetti coinvolti. Le conseguenze le trarrete voi, sarete voi il megafono sul territorio di tutte le cose ascoltate. È questa, credo, una valida forma di democrazia partecipata.” Non mancano obiezioni, qualcuno continua ad invocare interventi risolutivi. Sembra però che il Ministro abbia convinto i più che hanno riempito la sala. Chiude Costa: “Siate certi che io da Ministro non vi abbandono. Non ho la bacchetta magica, ma vi assicuro che lo Stato c’è. Io peraltro non ho esigenze elettorali: quando avrò smesso di impegnarmi in politica, tornerò ad essere un Generale dei Carabinieri. Fare politica è risolvere problemi, non pensare a come prendere voti.” (g.f.)

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