Donne in biblioteca per dare voce ad Alda Merini
BATTIPAGLIA – Si terrà oggi 24 febbraio alle ore 18, presso l’Aula Magna della Biblioteca comunale “Alcide De Gasperi” in Piazza Amendola, l’incontro “Alda Merini si racconta”. Un omaggio singolare alla “poetessa dei Navigli”, a otto anni dalla morte, quasi un revival a riflettori spenti, con tante cose da dire; una riproposta che sposa l’attualità, per affermare con tenace discrezione l’alto valore di un’esperienza lirica che ancora attende di essere appieno riconosciuta.
Nato da un’idea di Gabriella Pastorino – infaticabile dispensatrice di idee e progetti per l’animazione sociale e culturale della città – l’incontro vuole essere l’occasione per ricordare la singolare testimonianza umana ed artistica di Alda Merini, con la partecipazione di numerose cultrici delle belle lettere, donne calamitate per una serata dal fascinoso incedere d’una voce unica del panorama poetico del Novecento italiano. A dare voce alla poetessa milanese sarà, infatti, un coro battipagliese tutto al femminile, composto da chi è ogni giorno impegnata – per professione e/o vocazione – nella promozione sociale della donna: Francesca Del Grosso, Liliana Del Grosso, Adriana Esposito, Anna Maria Esposito, Cecilia Francese, Filomena Mennonna, Maria Antonietta Netri, Antonella Pacilio, Donatella Palazzo, Iole Palumbo, Carmen Picciariello. A recitare ci saranno Carmen Intiso e Romina Pastorino. Intermezzi musicali a cura del M° Giovanni Vece.
Battipaglia si ritrova unita – per una sera, almeno – nel ricordo di Alda Merini, della sua Milano e di quanti, tra un caffè ed una sigaretta spartiti in precaria letizia nell’aura placida estranea all’insana calca, la conobbero e le vollero bene, ne apprezzarono i versi e li seppero valorizzare, a cominciare da Giacinto Spagnoletti – che ne scoprì il talento – fino ai suoi compagni di penna, da David Maria Turoldo a Giorgio Manganelli. Una vita – quella della Merini – che va raccontata, sospesa com’è tra i silenzi della follia e le moltitudini laceranti del presente, pervasa tutta dal lume d’un vero tormentato e solitario, eppure espresso annunciato e divulgato con il potente mezzo della poesia, come trama obliqua eppur sincera di perle strappate nel dolore o d’incanto all’esile svolgimento dell’esistenza. (g. f.)