Eboli ricorda Luigi Gallotta: quando la fotografia si fa storia
EBOLI – A venticinque anni dalla scomparsa, il Comune di Eboli ricorda Luigi Gallotta. Lo fa con il convegno “Luigi Gallotta – Un uomo, un fotografo, un Cavaliere – Il ricordo a 25 anni dalla morte” che tenta di restituire alla comunità un profilo completo del geniale concittadino.
Appuntamento per giovedì 20 febbraio, alle ore 18.00, presso la Bibioteca comunale “Simone Augelluzzi” nel complesso monumentale di San Francesco. Interverranno Angela Lamonica (assessore alla Cultura), Franco Manzione (archivista), Alfonso Scarpa (referente del progetto triennale di fotografia “La realtà attraverso l’obiettivo – I.C. Giacinto Romano”), Giuseppe Barra (editore Il Saggio – presidente del Centro Culturale Studi Storici), Lucrezia Gallotta (nipote del Cav. Luigi Gallotta), Massimo Cariello (sindaco di Eboli).
E il Gallotta fu difatti un ebolitano tra i più illustri, di quelli che hanno contribuito con la vita a divulgare l’amore per la propria terra, con estro, costanza e competenza.
Un percorso esistenziale e professionale costellato di prove e sfide, di scommesse e riconoscimenti, ad iniziare dal prestigioso Premio internazionale di fotografia di Budapest conseguito nel 1927.
Ma il nome di Gallotta resta indissolubilmente legato alla storia di Eboli, dove era nato nel 1898 e morto nel 1995. Non tanto per sminuire su ‘piccola scala’ la portata culturale del suo contributo quanto per attestare la fecondità di un’impostazione metodologica che volle prediligere la microstoria come area d’interesse in cui focalizzare l’attenzione dell’obiettivo fotografico, per cogliere aspetti in apparenza irrilevanti della vita urbana, nel frangente storico della complessa transizione dal mondo contadino a quello industriale.
E pensare che tutto cominciò con un piccolo apparecchio a cassetta Kodak, col quale il giovane Gallotta imparò a fotografare. Partecipò alla Prima Guerra Mondiale e l’obiettivo non stette mai chiuso, come un occhio mai sazio di vedere e trattenere in memoria la vita corrente.
Fu lui, del resto, nel 1930 – chiamato dalla Federazione dei Fasci di Salerno – a documentare le attività provinciali promosse dal Regime salernitana.
Si può con agilità constatare che i suoi ‘scatti’ hanno davvero reso immortali episodi e circostanze della vita locale, donandole la dignità sovente misconosciuta. E valore ha acquisito, grazie a Luigi Gallotta, anche la fotografia come mezzo espressivo e, soprattutto, come strumento di documentazione, fino a divenire – qual è oggi – una vera fonte storica.
Non è un caso se la Soprintendenza Archivistica della Calabria e della Campania ha dichiarato il fondo “Luigi Gallotta” un bene di interesse storico particolarmente importante. Si tratta di fotografie di grande rilievo documentale, che vanno dalla fine dell’Ottocento agli anni Ottanta del Novecento. Il ricco fondo archivistico che reca il suo nome fu acquistato dal Comune di Eboli nel 1985: dei 45.000 negativi in lastre e pellicole, circa 20.000 sono stati digitalizzati e oggi sono consultabili sul portale EBAD. (g.f.)