Evacuazione dell’8 settembre: la Protezione civile spegne le polemiche sul Bomba-Day
BATTIPAGLIA – Manca ormai meno di un mese al Bomba-Day dell’8 settembre. Le operazioni di disinnesco dell’ordigno bellico risalente alla Seconda guerra mondiale, di fattura anglosassone, rinvenuto lungo via Spineta, impongono una mobilitazione di massa senza precedenti. Ma molti non vogliono lasciare le proprie case. Circa 40.000 battipagliesi, residenti nell’area circoscritta dal raggio di deflagrazione dell’ordigno, sono chiamati ad andare via, lasciando le proprie abitazioni a partire dalle ore 5 fino alle 8 del mattino, quando – conclusa la fase di evacuazione – avrà inizio il disinnesco del residuo bellico a cura del Genio militare.
A coordinare le operazioni in città, in allerta già da settimane, è il Nucleo comunale della Protezione civile battipagliese, diretto da Michele Mattia. I volantini ed i manifesti affissi già in primavera in tutto il territorio cittadino ha fatto conoscere ai battipagliesi le strade – e dunque le abitazioni – che dovranno essere sgomberate.
Mai come in questi giorni la storia ha fatto sentire il suo peso, procurando non poco disagio ai battipagliesi, alle prese con un’evacuazione non voluta, ma imposta – su chiare indicazioni normative – dal Prefetto di Salerno.
Montano giorno dopo giorno le polemiche, è diffusa la miscredenza, sicché la domanda corrente è: “Davvero occorre andar via? Non è forse una cautela un po’ eccessiva? Chi ce lo fa fare?” E molti concludono: “Noi resteremo in casa. Ci chiuderemo dentro e attenderemo la fine delle operazioni.” Nulla di più sbagliato.
Per tale ragione, la Protezione civile ha emanato in queste ore un comunicato che intende ribadire la cogenza di disposizioni organizzative che tutti sono chiamati a rispettare.
Così esordisce: “Recentemente, soprattutto dopo gli avvisi da noi diramati, sia sui social che tramite manifesti affissi per le vie da evacuare (operazione che continuerà nei prossimi giorni), alcuni cittadini hanno manifestato la loro contrarietà sull’evacuazione dell’8 Settembre 2019.”
La nota della Protezione civile ricorda che l’evacuazione è un obbligo che, se non rispettato, costituisce un reato penale, ai sensi dell’art. 650 del Codice penale. Si legge: “Nessuno potrà scegliere di restare in casa o nel proprio locale, per motivi riguardanti la sicurezza e l’incolumità di tutti, a seguito di disposizioni dell’Esercito Italiano e quindi della Prefettura di Salerno.”
Una comunicazione, dunque, che giunge opportuna nel mezzo di un’estate torrida, fosse solo per tener alta l’attenzione e, soprattutto, per chiarire alcuni aspetti-chiave. Il fine è esplicitato: “Evitare ulteriori, sterili polemiche.”
Viene ricordata, ancora una volta, la tempistica della giornata: “La prima fase, ovvero l’evacuazione, avrà inizio solo ed esclusivamente alle ore 05:00, senza possibilità di proroghe o cambiamenti, e dovrà terminare entro e non oltre le ore 08:00, orario in cui tutti i varchi di accesso alla zona rossa verranno chiusi e le persone sorprese a girovagare dentro abitazioni o in strada, verrano fermate, identificate e costrette all’abbandono della Zona Rossa da parte delle Forze dell’Ordine.”
E con gli sciacalli come la mettiamo? Uno dei motivi per cui molti non intendono lasciare casa è, infatti, il timore di subire furti da parte di chi, vagando indisturbato nei quartieri, avrebbe gioco facile nell’introdursi negli appartamenti.
La Protezione civile dà rassicurazioni: “Invitiamo chi ha remore sulla vigilanza della propria abitazione a stare tranquillo: le zone interessate dallo sgombero saranno pattugliate in modo intenso dalle forze dell’ordine (per l’occasione arriverà personale delle Forze dell’Ordine anche da Salerno, Napoli, e da tutta la Regione Campania). Abbiamo già trattato situazioni del genere (ad esempio l’evacuazione della località Taverna di Battipaglia nel 2014).”
C’è del resto un rigoroso protocollo da rispettare.
L’intento è mettere in sicurezza ogni singolo cittadino: i militari non potranno dar via ai lavori senza lo start lanciato dalla Protezione civile. Si mira infine a garantire un ritorno quanto più anticipato alla normalità: “Gli artificieri aspetteranno il “via libera” da noi e dalle Forze dell’ordine per procedere alle operazioni di disinnesco, e noi lo daremo solo quando saremo sicuri che nessuno sarà esposto ad eventuali rischi per la propria incolumità. Quindi prima si concluderà la fase di evacuazione e prima la sera si farà rientro nelle proprie abitazioni.”
Il comunicato taglia corto, senza concedere deroghe a nessuno, per invitare anzi alla collaborazione: “Evitiamo prese di posizione futili e soprattutto inconcludenti, del tipo “io rimango a casa mia”, poichè porteranno solamente a ritardare le operazioni e ad incorrere in segnalazioni all’Autorità Giudiziaria. Ostacolare le operazioni con queste inutili frasi o gesti non farà bene a nessuno, nè a noi operatori nè a voi cittadini. Al contrario, rendeteci il più fluido possibile lo svolgimento delle operazioni: collaborando riusciremo a terminare il tutto in tempi molto più brevi.”
Occhio ai congelatori, alle celle frigorifere. Non solo le persone dovranno andar via. Verranno infatti staccati anche luce, acqua e gas: “Si informa che in tutta la Zona Rossa da evacuare si avrà l’interruzione del servizio di erogazione di energia elettrica, acqua e gas, e quindi per chi avesse attività come supermercati o di surgelati, si informa che non sarà assolutamente possibile utilizzare generatori elettrici poiché nessuna persona potrà rifornirlo ad esaurimento del carburante, non potendo accedere nessuno nella zona rossa, pertanto dovranno organizzarsi per tempo e smaltire il tutto entro l’8 settembre 2019.”
Per i volontari della Protezione civile l’emergenza è già in atto. La prima vera battaglia è condotta contro l’ostilità di chi non comprende l’importanza del momento ed è, a quanto pare, una battaglia dura. Si arriva finanche a chiedere che i manifesti stessi non siano strappati o rimossi, “poiché trattasi di una comunicazione rivolta a tutti i cittadini residenti/domiciliati nella zona rossa da evacuare, pertanto per evitare di vanificare il lavoro che i nostri Volontari hanno svolto e che stanno svolgendo gratuitamente per tutti, chiediamo e invitiamo la cittadinanza alla massima collaborazione, a non portarsi i manifesti a casa e a non farli sparire bensì a riattaccarli nel caso in cui per varie motivazioni si dovessero staccare.” (g.f.)