Fede, impegno, memoria
Riflessioni sulla Festa della Liberazione
Un’niziativa a cura del Settore Giovani di Azione Cattolica
Arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno
Puntuale come la stessa storia ed impietosa come una mannaia di natura revisionista (non per ultimo la poco felice idea di un ex ministro che proponeva di ricordare anziché i caduti di guerra le vittime del coronavirus), la celebrazione annuale del 25 Aprile 1945 è volta a celebrare la cifra “quasi tonda” del settancinquennale della liberazione del nostro Paese dalla dittatura nazifascista ed il conseguente termine del secondo conflitto mondiale. Anche l’Azione Cattolica dell’arcidiocesi di Salerno-Campagna-Acerno, in stretto collegamento con le celebrazioni nazionali, ha ardentemente desiderato di offrire il proprio contributo per la memoria storica, personale ed ideale di questa essenziale ricorrenza per la civiltà.
“Valor civile”, come l’ultimo “racconto mensile” del Libro Cuore. L’Azione Cattolica si è interrogata sulla necessità di una riflessione condivisa e, in particolar modo, su quale possa essere il punto di vista di studio di un argomento così variegato su cui tutt’ora manca un unanime giudizio.
Presa di posizione certa risulta essere la consapevolezza che soltanto una rieducazione alla conoscenza storica e storiografica che coinvolga l’universo giovanile – e parallelamente ed associativamente il Settore Giovani di AC – può essere una felice soluzione contro il rapido cinismo e l’efferato divulgarsi di una sparizione del proprio senso civico.
“Noi siamo ciò che siamo stati e se si perde l’antefatto non sappiamo più chi siamo”, dichiarava non molto tempo fa il decano della sociologia italiana, Franco Ferrarotti. “Quando i membri di una società hanno perduto lucidità condivisa che ne fa un consorzio civile non hanno più memoria né identità. Senza di ciò scaturiscono tutte le aberrazioni, a cominciare da un’irrazionale esigenza di primeggiare razzistica che non trova realizzazione sul piano storico che fu una delle cause scatenanti proprio del secondo conflitto mondiale”. Per favorire una maggiore circolazione e per diffondere una ricerca che si presenta estremamente interessante da un punto di vista storico ed umano, il Settore Giovani di Azione Cattolica ed i rispettivi responsabili Marco Pio D’Elia e Laura Smeraldo, con la supervisione della presidenza diocesana nella persona della presidente Maria Vittoria Lanzara, hanno scelto di dedicare una riflessione, durante la settimana dedicata alle celebrazioni del 25 Aprile, al rapporto storico intercorso tra movimento e militanza cattolica e Resistenza. Per concentrare la riflessione su esempi concreti che siano da modello, le riunioni e le ricerche del Settore si sono incentrate in particolar modo sulla vita di un giovanissimo socio di Azione Cattolica, il ventitreenne Giuseppe Bollini, caduto sotto il fucile tedesco nel gennaio 1945.
L’intento: “Delineare un modello da seguire per raccontare ai giovani i protagonisti di un tempo che fu e che ancora oggi ci parlano per un’immediatezza a livello comunicativo e di sostanza”. A questo proposito strutturato dal Settore associativo, si aggiunge la precisa intenzione di promuovere, a partire dalla vicenda biografica di Bollini, una circolazione di idee sull’autentica missione a cui il giovane cattolico oggi è chiamato ad adempiere, per riflettere su che tipo di socio di Azione Cattolica oggi si è chiamati ad essere. «Signor Capitano, io vi saluto e vi ringrazio. Io non ho rancore per nessuno. Perché ho sempre avuto questo ideale: di vedere la nostra povera patria liberata da tanti odi e da tanta guerra e veramente grande e libera. Anzi questo è il mio ultimo desiderio che nessuno mai venga ad essere ucciso per vendicare la mia morte. Che anzi se qualcuno di voi cadesse in mano del mio capo “il Monco” di Miazzina, dica pure che questo è il mio espresso desiderio».
Dalla toccante testimonianza estrema del giovane Bollini sul patibolo, ancora più efficace per via della sua giovane età, le prime riunioni dei Giovani di AC sono state dense di riflessioni, peraltro molto suggestive per un perfetto amalgama di temi e valori condivisi. Temi come fedeltà all’Associazione o il peso avuto dal pensiero dei cattolici sulle scottanti questioni dell’Italia contemporanea sono stati ampiamente dibattuti nel corso dei primi incontri. La riflessione storica, arricchita da una precisa contestualizzazione utile in particolar modo per le giovani generazioni spesso digiune di storia contemporanea, si è collegata felicemente ad una precisa riflessione su cosa lega oggi i soci all’Azione Cattolica stessa. (Stefano Pignataro)