Festa dei Popoli a Salerno: riflettori accesi sulla questione migranti
SALERNO – Si terrà domani domenica 24 settembre, a partire dalle ore 16.00, in Piazza della Concordia, la 14° Festa dei Popoli.
Organizzata dall’Ufficio Diocesano Migrantes in collaborazione con il Centro Missionario, la Consulta della Festa dei Popoli, la Caritas Diocesana ed i Missionari saveriani, la Festa dei Popoli si rinnova di anno in anno come occasione per partecipare a momenti di incontro tra esponenti delle diverse fedi, nella creativa espressione dei propri simboli etnici e culturali.
Ma è significativo che la Festa coincida con la 109ª Giornata Mondiale del migrante e del rifugiato 2023. Una coincidenza che provoca la coscienza a formulare domande di solidarietà e giustizia ancora rimaste senza risposta, a fronte della sfidante compromissione con l’altro che arriva dal mare e da terra per chiedere ospitalità.
Si è capaci di ascoltarsi e comprendersi nella reciproca attenzione alla propria storia e condizione? Non a caso, il tema dell’evento salernitano è “Con lo stesso battito”.
È così che ai momenti di conoscenza e rappresentazione artistica delle comunità presenti sul territorio diocesano s’aggiungono piste di analisi cristiana del mondo attuale e delle sue contraddizioni. Un certo rilievo assumono, non a caso, le sessioni di riflessione allestite sulla base del messaggio proposto da Papa Francesco che ha per titolo “Liberi di scegliere se migrare o restare”. Così il Papa nella sua conclusione: “Ovunque decidiamo di costruire ilnostro futuro, nel Paese dove siamo nati o altrove, l’importante è che lì ci sia sempre unacomunità pronta ad accogliere, proteggere, promuovere e integrare tutti, senza distinzione esenza lasciare fuori nessuno.” Qui sta il bello della Festa dei Popoli, al di là d’ogni faziosa polemica che riempie e svuota la cronaca politica, dal momento che l’evento annuale non fa che mostrare come sarebbe il mondo se fosse praticata la via cristiana del dialogo e del confronto verso la pacifica integrazione tra i popoli: ogni guerra muterebbe in festa. (g.f.)