Frecciarossa a Battipaglia: un’opportunità o autentica demagogia?
Chiunque non campi d’illusioni e abbia un minimo di competenza in materia, sapeva bene che attualmente la fermata del Frecciarossa a Battipaglia (a meno di 20 km di distanza da quella di Salerno) è un’assurdità: l’alta velocità non è mica un servizio metropolitano.
È fuorviante, poi, parlare di alta velocità su una ferrovia, come la Battipaglia – Potenza – Metaponto, che è tuttora a binario unico.
A conferma di ciò, basta una rapida occhiata agli orari di Trenitalia. È facile verificare che il Frecciarossa non è per niente efficiente lungo la tratta Salerno – Potenza: il biglietto costa quasi 2,5 volte quello del treno regionale e il viaggio è più lungo di quello del bus sostitutivo. Non è un caso che, a differenza delle altre tratte, la tariffa applicata sia la stessa sia per il Frecciarossa sia per l’Intercity: il servizio è analogo, eccetto che per l’assenza di fermate intermedie tra Salerno e il capoluogo lucano che, a causa della vetustà del materiale rotabile, fa risparmiare solo otto minuti. Inoltre, qualora Trenitalia decidesse di accogliere la richiesta di fermate a Battipaglia ed Eboli, la maggiorazione tariffaria non sarebbe minimamente giustificata dalla qualità delle carrozze e dalla possibilità di viaggiare da Milano a Taranto senza cambio a Salerno. Infine, se si considera che la regione Basilicata spenderà ben 3,12 milioni di euro annui per tale servizio, bisogna essere entusiasti che la regione Campania abbia rinunciato a investire 2,98 milioni di euro all’anno affinché il Frecciarossa faccia scalo pure a Battipaglia.
Sarebbe auspicabile, invece, occuparsi delle necessità concrete dell’utenza, come la carenza di collegamenti in tarda mattinata, che caratterizza lo scalo ferroviario di Battipaglia. Infatti, dal lunedì al venerdì, gli unici convogli verso Nord, tra le 9,08 e le 11,36, sono l’Intercity 700 delle 11,24 Taranto – Roma Termini e l’Intercity 550 Reggio di Calabria Centrale – Roma Termini delle 10,13 e l’unico treno verso Sud, tra le 10,14 e le 13,26, è l’Intercity 551 Roma Termini – Reggio di Calabria Centrale delle 12,37. Verso Eboli, la situazione è addirittura peggiore, giacché non vi sono treni tra le 10,14 e le 13,31 e, a parte il succitato Intercity 700, non ce n’è alcuno tra le 9,34 e le 11,34 da Eboli per Battipaglia. È facile comprendere che tale offerta non può soddisfare i pendolari, certamente più interessati a treni regionali che collegano Battipaglia con Napoli e Salerno, assicurando una percorrenza della stessa durata e un costo del biglietto decisamente inferiore rispetto ai treni a lunga percorrenza (€ 5,10 contro € 11,00, da e per Napoli e addirittura € 2,20 contro € 8,50, da e per Salerno).
Si pensi, pertanto, a sviluppare progetti fattibili, come l’implementazione dei trasporti pubblici locali sia su gomma sia su ferro, incentivando il trasporto collettivo a scapito della mobilità privata. In tal senso, ben venga la realizzazione del Centro Integrato d’Interscambio nell’ambito del PIU Europa.
Le reti infrastrutturali vanno progettate con cognizione di causa, dopo approfonditi studi di fattibilità e serie analisi costi/benefici. Non bisogna rispondere solo a logiche elettorali o a mere pretese campanilistiche. Il nostro territorio vanta un importante porto commerciale a Salerno che, tuttavia, ancora non è interconnesso alla rete autostradale e ferroviaria nazionale. C’è un “aeroporto” a Pontecagnano che finora è stato solo un carrozzone politico. Esigiamo che l’autostrada offra uno svincolo in ogni quartiere, a mo’ di tangenziale… e, anziché pretendere che la metropolitana funzioni davvero, collegando almeno Battipaglia a Fisciano, inseguiamo la chimera dell’alta velocità.
La classe politica è chiamata a dare risposte e soluzioni, non slogan, pertanto che utilità ha riproporre le solite promesse futuristiche del quadruplicamento della linea ferroviaria Salerno – Battipaglia, dell’ammodernamento della Battipaglia – Potenza e della variante Ogliastro – Sapri? Evidentemente il pessimo epilogo della vicenda dell’interporto non ha insegnato nulla.
Basta agli sprechi di denaro pubblico che hanno consentito di costruire cattedrali nel deserto, come l’inutile pista ciclabile sulla litoranea, realizzata dalla Provincia.
Come si può pensare di ridurre traffico e inquinamento da idrocarburi se nessuno si è neppure accorto che, dall’ormai lontano gennaio 2006, l’EAC non assicura più il servizio pubblico di linea tra il centro urbano e la zona industriale di Battipaglia?
Com’è possibile continuare a trascurare i legittimi appelli degli studenti universitari che, da decenni, invocano invano più corse della SITA SUD, per evitare di viaggiare ammassati negli autobus, stipati come sardine?
Iniziamo a ragionare seriamente intorno al concetto di mobilità sostenibile. La cittadinanza reclama risposte efficaci alle proprie reali esigenze!
Solo se la politica saprà riscoprire il valore del servizio, potrà riappropriarsi del mandato che le è stato affidato dai cittadini e allora non apparirà più come una sorta di macchina per la gestione di consensi, in mano a meri portatori di voti, del tutto disinteressata all’amministrazione del bene comune. (D. Rosalia)