I poveri tra freddo e pandemia, appello di Capasso (CS): “I clochard hanno diritto ad un tetto.”
BATTIPAGLIA – “I poveri dovrebbero essere al centro delle attenzioni dell’Amministrazione così come negli anni ’60 faceva il beato Giorgio La Pira, il quale in una lettera inviata al ministro degli interni Amintore Fanfani nel 1953 scriveva testualmente: “Mi possono arrestare: ma non tradirò mai i poveri, gli indifesi, gli oppressi”. Seguendo il suo esempio la Giunta ed il Consiglio comunale individuino un luogo in cui i clochard possano ripararsi dal freddo, provvedere all’igiene personale e, in generale, vivere in modo dignitoso. Se si curano i deboli, si cura la città ed il suo benessere. “Lo ha dichiarato l’Avv. Marcello Capasso, coordinatore di “Coscienza Sociale”, laboratorio di formazione e partecipazione socio-politica dell’Azione Cattolica della Parrocchia “S. Antonio di Padova” di Battipaglia. Così nella lettera inoltrata il 30 novembre alla Sindaca Cecilia Francese, all’Assessore alle politiche sociali e del settore delle politiche scolastiche e sociali, nonché al Responsabile del Nucleo comunale di Protezione civile. “Stiamo vivendo un momento delicato in cui la pandemia, oltre a provocare un grande problema sanitario, ha impoverito tante Nazioni; i problemi economici si sommano a quelli medici e le proposte per la loro soluzione ogni giorno trovano degli ostacoli derivanti dalla poca lungimiranza dei governanti.” La pandemia ha evidenziato, diremmo esasperato, i problemi di sempre, sicché bisogna prenderne atto: “In questo contesto è aumentato il divario tra ricchi e poveri, tra gente che naviga nell’oro e gente che, a stento, arriva a fine mese; aumentano le difficoltà per le famiglie, gli anziani e tutti coloro che sono impossibilitati a lavorare per rispettare le varie prescrizioni che servono per allentare i contagi.”
L’invito del coordinatore CS è a guardare negli angoli nascosti della città, per raggiungere chi vive nell’ombra: “Oltre ai poveri che vivono nelle case della nostra Battipaglia, c’è un piccolo esercito di invisibili, di persone che sono ai margini della società, che hanno alle spalle una storia di solitudine, di problemi di salute o anche di detenzione carceraria e che non riescono più a reinserirsi in società.” Continua Capasso, venendo ad una richiesta concreta: “Alla luce della recente eliminazione dell’aiuola di piazza Salvo d’Acquisto, che è uno dei loro luoghi di ritrovo, Coscienza Sociale, chiede all’Amministrazione di individuare dei locali comunali che possano accogliere i clochard; per noi cristiani è un dovere pensare alle loro necessità e più volte abbiamo chiesto, soprattutto in pieno inverno quando il clima è più rigido, una sistemazione dignitosa per queste persone.”
Il pensiero va a chi da tempo è già attivo su questo fronte di solidarietà, con la consapevolezza che gli sforzi vanno estesi e potenziati: “Non è sufficiente il lavoro prezioso degli operatori della mensa cittadina e delle parrocchie così come non basta il volontariato della Protezione civile che periodicamente cerca di raggiungere i clochard portandogli coperte, un po’ di indumenti e qualche pasto caldo.” Marcello Capasso chiude tendendo la mano ed invitando alla collaborazione: “Il laboratorio ‘Coscienza Sociale’ sosterrà tutte le iniziative volte ad accogliere ed integrare le persone emarginate dalla società, non autosufficienti e dedite spesso all’alcool.” (g.f.)