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IORESTOACASA: I GIOVANI DI AC SI RACCONTANO

Riscopriamo la convivialità familiare

Viviamo in un “villaggio globale”, così definito per indicare la riduzione, quasi l’annullamento delle distanze e l’influenza economica.
La globalizzazione però non ha solo effetti positivi, ma – come nel caso dell’emergenza sanitaria – il virus ha approfittato della facile circolazione di persone e si è diffuso facilmente in tutta la nostra penisola. In questa situazione così tragica è entrata in campo la resilienza di ogni singolo cittadino che si è piegato ma non si è spezzato, dando il proprio contributo alla Nazione. Atti di solidarietà sono arrivati da tutto il mondo, nazioni meno colpite hanno inviato medici e protezioni necessarie a contrastare il virus nel modo più rapido ed efficace.
Sua Santità Papa Francesco ha esortato i fedeli di tutto il mondo a pregare affinché la pandemia possa essere sconfitta anche con l’aiuto divino, non dimenticando però tutte le perdite che hanno portato sofferenza a migliaia e migliaia di nuclei familiari i quali sono stati distrutti dal virus.
Dopo questa introduzione voglio parlarvi un po’ di me… Stare a casa non è poi così brutto, abbiamo tanto tempo per pensare agli errori del passato e riflettere nel miglior modo possibile: si riscopre il concetto di famiglia, poiché spesso a causa degli orari di lavoro la convivialità familiare si limitava spesso e volentieri al fine settimana. Siamo stati privati della libertà “totale”. Si, questo è vero, ma nel contempo abbiamo scoperto quanto essa è davvero preziosa per tutti noi. (G.)

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