La finanziaria… cos’è?
Ogni anno il Governo italiano deve approvare entro il 31 dicembre la legge finanziaria o di bilancio con cui prevede le sue entrate ed uscite; nella finanziaria il Governo stabilisce le misure di intervento nei vari ambiti: ogni misura deve avere la copertura economica per non aumentare il debito pubblico.
Spesso gli slogan elettorali e le promesse demagogiche fanno i conti con le ristrettezze economiche del bilancio dello Stato ovvero le congiunture internazionali che non permettono di investire troppe risorse.
Nell’ultima tornata elettorale un partito sbandierava ai quattro venti l’abolizione delle accise sul costo della benzina; vinte le elezioni, il leader di questo partito ha fatto dietrofront e le accise incidono ancora sul portafogli degli italiani.
Nella finanziaria 2023 il Governo attuale ha continuato nel solco del precedente per contrastare il caro energia, incentivare le assunzioni e sostenere le imprese e le famiglie che la pandemia, le conseguenze della guerra in Ucraina e le speculazioni finanziarie hanno significativamente indebolito.
La manovra vale circa 35 miliardi di euro, il suo testo è composto da 155 articoli ed è arrivato alla Camera il 28 novembre.
L’iter per l’approvazione si è concluso il 29 dicembre con l’approvazione da parte del Senato.
Gran parte della manovra (21 miliardi) saranno coperti da extra deficit, i tagli della spesa pubblica saranno circa 7 miliardi e poi sono previste entrate suppletive di circa 6,3 miliardi.
Tra le voci di finanziamento della manovra più rilevanti c’è quella sugli extra profitti (eccedenze sul profitto normale effettivamente conseguito dalle imprese non marginali).
Sul versante, invece, dei tagli si segnala il recupero di parte delle risorse destinate al reddito di cittadinanza ed al Superbonus.
I costi energetici dovrebbero diminuire, ma se la situazione dovesse peggiorare nuovamente bisognerà intervenire.
Un altro problema da monitorare è l’inflazione: se dovesse mantenersi intono al 10%, gli interventi sulla Scuola e la Sanità probabilmente non saranno sufficienti.
Da ultimo, ci sono delle disposizioni entrate in vigore l’1 gennaio quali la flat tax incrementale, la quota 103, l’innalzamento del tetto all’uso del contante ed il taglio del cuneo fiscale.
È chiaro poi che se la crescita industriale dovesse aumentare, l’economia ed il bilancio dello Stato ne beneficerebbero.
(Avv. Marcello Capasso – Coordinatore CS)