La speranza e l’alleanza: da Taranto l’alternativa dei cattolici
TARANTO – Cala il sipario sulla 49° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani, celebrata nella Città dei due Mari da giovedì 21 fino ad oggi. Detto così suona male: i circa 800 delegati giunti da tutt’Italia – vescovi, sacerdoti, religiosi e laici – possono rientrare nelle loro diocesi. Ed è davvero triste a dirsi, ma a terminare è solo l’ennesima occasione data – quella tarantina – per tenere accesi i riflettori sulle piaghe di una società che, nel transito plurimo innescato da repentini e complessi cambiamenti, attende anche l’impegno concreto dei cattolici. Ad essere attesa è l’azione di quanti sperano un pianeta migliore e, nel farlo, dovrebbero anche saper mostrare a tutti su cosa o su chi sia veramente fondato quel loro sperare. Nella capitale jonica non sono mancate le riflessioni; non sono mancati gli stimoli; non sono mancate le testimonianze; non sono mancati i buoni esempi. Esponenti delle istituzioni civili e religiose insieme ai rappresentanti della cultura e del volontariato sociale ed ambientale si sono confrontati sui passi compiuti e sul cammino che s’apre dinnanzi alla Chiesa italiana. Ma, calato il sipario sulla 49° Settimana Sociale, ora viene il bello. Viene sì l’ora – lo è adesso – della coerenza e della perseveranza. L’una per saldare le parole dette ai fatti da compiersi; l’altra per ancorare ipotesi e progetti ad una prospettiva durevole che non ceda alla tentazione del tornare indietro.
Conforta ciò che il Card. Gualtiero Bassetti, Presidente della CEI, ha dichiarato nell’omelia della Celebrazione eucaristica di oggi 24 ottobre: “Che cosa abbiamo cercato di fare in questi giorni? Non un convegno, ma una piattaforma di partenza per dare speranza e avviare dei processi. In questi giorni, abbiamo compreso ancor di più la complessità dei problemi, ma anche segnalato quei modelli praticabili, quelle buone pratiche, che producono soluzioni. Soprattutto, e grazie al Magistero sociale della Chiesa e alle due encicliche Laudato si’ e Fratelli tutti, abbiamo capito che non si può scindere l’essere cristiani dal rispetto per il Creato; non si può pensare di seguire il Vangelo, se non custodendo la nostra terra; non si può far finta che l’economia vada per conto proprio, mentre la vita di fede è un’altra cosa…”
E vuole, in questo senso, segnare un nuovo inizio anche il Manifesto dell’Alleanza siglato ieri dai giovani convenuti a Taranto, non un libro dei sogni, ma il segno di un cammino costruito con ardore, per esprimere la gioia della conversione. Una bella iniziativa, laddove la bellezza vuol essere espressione di impegno e di volontà creativa. Si legge nel Manifesto: “Alla Settimana Sociale dei cattolici di Taranto abbiamo deciso di proporre un modello di condivisione, di cooperazione e discernimento collettivo che ci permetta insieme di rigenerare e condividere i rischi della transizione. Il manifesto è un messaggio di speranza che si basa su impegni concreti di alleanze per la transizione ecologica, economica e sociale integrale, speranza e impegni che ci fanno riscoprire fratelli e sorelle.
Questo cammino si costituisce di tappe rigenerative, di Agorà digitali, di un Nuovo Vocabolario e di linee guida per alleanze concrete. Si cammina a ritmi diversi, ognuno al proprio passo.”
Si guarda dunque con fiducia al” dopo Taranto”. Lo si fa in forma attiva, coniugando dei verbi che dicono quali azioni realizzare per restare fedeli all’alleanza e, soprattutto, per dire a tutti che un’alternativa è possibile: “1) seminare e dare testimonianza, continuando a lavorare sulle alleanze create – progetti pilota; 2) accompagnare e moltiplicare, promuovendo la nascita di nuove alleanze e svolgendo un ruolo di coordinamento e supporto; 3) incontrare, accogliere ed ascoltare, continuando a mantenere viva la rete di giovani; 4) annunciare, promuovendo la partecipazione di altri giovani tramite iniziative puntuali nel tempo capaci di coinvolgere ed entusiasmare, dando visibilità al lavoro dell’alleanza.” (g.f.)