Modulo Formativo AC, Caiazzo: “Vivere la fede cristiana nella quotidianità”
SALERNO – L’Azione Cattolica diocesana si dà appuntamento a Capriglia di Pellezzano per accendere i riflettori sulla formazione, avendo a mente le quattro coordinate progettuali dell’interiorità, dell’ecclesialità, della fraternità e della responsabilità. Al Centro diocesano di via Bastioni arrivano prenotazioni dai soci delle varie parrocchie che intendono partecipare al Modulo Formativo Unitario, per condividere l’evento formativo più importante dell’anno sociale.
Sabato 2 e domenica 3 settembre nel Monastero delle Suore Crocifisse in via Pia Notari 2, i soci di AC sono chiamati ad elaborare il tema “Responsabili per l’AC, per la Chiesa, per il Mondo”. Un’esperienza comunitaria che s’annuncia a mo’ di “staffetta formativa”, puntellata com’è di incontri e laboratori, confronti e discussioni.
Previsti numerosi appuntamenti nel corso dell’evento. Attesi gli incontri con Paola Bignardi, già Presidente nazionale di AC ed esperta di tematiche educative. Incontrerà i partecipanti in diversi momenti delle due giornate, allestendo box di analisi e approfondimento su temi specifici: dalla responsabilità come stile di vita alla responsabilità educativa, passando per quella correlata ai tipici ruoli associativi di educatore e responsabile, di presidente e consigliere. Per domenica mattina in programma la ‘lectio divina’ di P. Ernesto Della Corte, Assistente ecclesiastico diocesano di AC, sul tema: “Vita cristiana del responsabile: un credente che prende sul serio la sua fede.” L’attenzione è rivolta alla ferialità dell’esistenza; l’AC guarda alla quotidianità, ai luoghi ordinari della vita in cui ciascuno è chiamato a dare ragione della propria fede. Il Presidente diocesano AC Gioita Caiazzo (nella foto) spiega: “L’AC deve spendersi su quelle che sono le emergenze che stiamo vivendo: emergenza educativa, immigrazione, perdita dei valori fondamentali. L’AC deve essere capace di proporre cammini formativi che aiutino i ragazzi, i giovani e gli adulti a vivere la fede cristiana nella quotidianità. E deve dare gli strumenti per essere capaci di annunciare alle persone la gioia del Vangelo.”
Ispirati dalla Parola di Dio, tramando i principi del Progetto formativo AC, i partecipanti tenteranno di declinare il tema della responsabilità nelle forme e nei contesti suggeriti dall’attualità. Non mancheranno riferimenti-chiave ai metodi, alle tecniche e agli strumenti della formazione: se l’educazione è scienza ed arte insieme occorre che la si prepari a dovere, coniugando rigore e creatività, senza inaffidabili improvvisazioni o dubbie estemporaneità.
La sfida è quella di sempre, almeno per quelli di AC: fare sintesi tra fede e vita, armonizzando le istanze contingenti dell’esistenza con l’insegnamento perenne del Vangelo. Ancora il Presidente diocesano: “Il socio di AC è chiamato a testimoniare con la propria vita e nella propria quotidianità la bellezza del Vangelo. Non dobbiamo cadere nell’errore di essere solo dei predicatori e di concepire la nostra vita cristiana come altro dalla nostra vita quotidiana.” Il rischio più grande è tener separato l’impegno ecclesiale da quello sociale; l’attività pastorale dalla testimonianza familiare, scadendo in dissociazioni psicotiche che espongono la formazione associativa all’alienazione tra ciò che si vive e ciò in cui si crede. Ecco, dunque, la necessità di risalire alle sorgenti della responsabilità, per comprendere le modalità laicali in cui esercitarla. Chiude Caiazzo: “La responsabilità del socio di AC deve essere scritta prima di tutto nelle nostre coscienze, tradotta in parole e gesti coerenti, per potersi poi leggere nei nostri comportamenti.” (g. f.)