Nel segno di Paolo, contro le mafie: è morta Rita Borsellino
PALERMO – Rita Borsellino, sorella di Paolo Borsellino giudice anti-mafia, si è spenta oggi all’Ospedale Civico. Dopo una lunga malattia, si è spenta a 73 anni.
Nata il 2 Giugno 1945, laureata in Farmacia, sposata dal 1969 con tre figli, ha esercitato la professione a Palermo per diversi anni. Dall’uccisione nel 1992 del fratello Paolo, è divenuta testimone audace della lotta alle criminalità organizzate. Don Luigi Ciotti le chiese di collaborare in modo attivo a ‘Libera’, l’associazione anti-mafia da lui stesso fondata e di cui, dal 1995, la Borsellino è stata vicepresidente – poi nominata presidente onoraria nel 2005 – fino alla candidatura alla presidenza della Regione Siciliana.
Impegnata dal 2006 in politica, nell’ambito del centrosinistra, è stata deputato europarlamentare del Partito democratico – andò a Bruxelles con ben 229mila voti – dal 2009 al 2014. Negli ultimi anni – dopo le amare delusioni procuratele dalla politica italiana – era tornata nelle piazze e nelle scuole, lei così schiva eppure tenace, ad incontrare soprattutto i giovani, per dialogare con loro sui temi della legalità.
La sua testimonianza civica e morale ha dischiuso sentieri di libertà. È dir poco. Eppure, quelle stesse vie di denuncia e coraggio non sono ancora state percorse fino in fondo da quanti si proclamano, a vario titolo, paladini della lotta alla mafia. Lei stessa commentava – con tanta amarezza – le dubbie posizioni della politica italiana nei confronti della malavita organizzata: “Il nodo della collusione politica va sciolto una volta per sempre. I partiti hanno il dovere di essere al di sopra dei sospetti. Devono “dare l’esempio”. Chi rappresenta il popolo non può permettersi di suscitare il minimo dubbio sulla propria condotta morale.” L’ultima sua comparsa in pubblico – già costretta su una sedia a rotelle – è stata il 18 luglio scorso, alle commemorazioni di via D’Amelio. (g. f.)