No al sito di compostaggio dei rifiuti: i battipagliesi scendono in piazza
BATTIPAGLIA – Un grande ‘no’ al nuovo impianto di compostaggio dei rifiuti.
A gridarlo per le vie di Battipaglia saranno stasera i cittadini, chiamati a raccolta dal Comitato civico “Non vogliamo il sito di compostaggio a Battipaglia”, costituitosi in forma spontanea su Facebook lo scorso 6 agosto per informare in tempo celere sul tema ambientale che ha tenuto banco per l’intera estate, quello che dall’allarme procurato dai miasmi s’è poi evoluto in una più ampia considerazione delle criticità dovute alla scorretta gestione dello STIR e alla deliberazione regionale di allocarviun ottavo impianto di trattamento dei rifiuti.
Concentramento il 22 settembre in Piazza Amendola alle ore 19.00. Il corteo pacifico si snoderà lungo le arterie principali del centro cittadino per ritrovarsi presto – non senza esercitare una sottile funzione simbolica – in Piazza Moro, luogo caro ai battipagliesi, fulcro storico di tante vicende politiche popolari, dove, intorno alle ore 19.30, si aprirà un dibattito.
Così si legge sui manifesti affissi in tutta la città per annunciare la manifestazione: “Abbiamo sette impianti di trattamento dei rifiuti – tra pubblico e privato – sul nostro territorio e sono stati autorizzati altri quattro impianti che tratteranno rifiuti speciali.”
E ancora: “Il sito dovrà trattare 35mila tonnellate di umido e questo causerà un traffico spaventoso di camion carichi di rifiuti e traboccanti di percolato maleodorante.”
La preoccupazione per il futuro produttivo della città e per la salute di chi vi abita ha evidente fondamento.
La situazione, del resto, è presto fotografata, numeri alla mano: “Ci sono tre aree di stoccaggio mai bonificate sul territorio di Battipaglia e c’è la discarica mai bonificata in località Grataglie, al confine tra Eboli e Battipaglia. Ci sono due discariche inquinate non bonificate in località Castelluccio.”
La storia delle mancate bonifiche è lunga, scritta a tappe forzate dagli stessi battipagliesi, più volte in passato scesi in strada – con partecipazione più o meno avvertita – per arrestare la drammatica serie di iniziative governative con cui s’è di continuo provato a concentrare nel territorio locale i depositi di rifiuti prodotti altrove. S’è andata così definendo una vera “questione ambientale” con inquietanti risvolti non soltanto di carattere tecnico-gestionale, ma anche politico-istituzionale, nel tentativo di determinare i fattori reali che incidono sugli infausti esiti dei processi decisionali. Una domanda è tornata senza risposta in questi lunghi anni: perché proprio a Battipaglia?
E un’altra domanda vien fuori ora non meno pertinente, pronunciata con giustificato allarme: “Battipaglia è diventata la città della ‘monnezza’! Come possiamo far stare insieme ‘monnezza’, agricoltura, mozzarella e turismo?”
Attivo da settimane per
coordinare le modalità di partecipazione popolare e per garantire ai cittadini una rappresentanza non ‘scontata’ nel dibattito istituzionale, dopo una calda stagione di esposti e denunce, di polemiche incrociate, di manifesti e volantini, nonché di incessante informazione sui social media, il Comitato “Non vogliamo il sito di compostaggio a Battipaglia” passa a più eclatanti forme di protesta per lanciare un segnale deciso alle istituzioni, innanzitutto alla Regione Campania ed invocando le istituzioni dell’Unione Europea, forte del consenso coagulatosi giorno dopo giorno – tra rabbia ed apprensione – da larga parte della popolazione. Una protesta pacifica, annunciano gli organizzatori, che – lo si spera – metterà da parte diatribe di partito e vacui campanilismi, per tutelare l’interesse collettivo. (g. f.)