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Non è un gioco da ragazzi: un convegno sul videogioco in Italia

FISCIANO – “Il Videogioco in Italia: Teorie, Metodi e Prospettive”. È il titolo del convegno promosso presso l’Ateneo salernitano ed è la prima edizione di un evento on-line che per originalità di interesse e per il carattere sperimentale delle attività correlate, merita già una seconda attenzione.
Oggi 23 e domani 24 settembre si terrà l’importante consesso che si propone di affrontare lo studio del videogioco assumendo una prospettiva nazionale in dialogo con i panorami transnazionali e globali.
Si mira ad avviare un dibattito multidisciplinare e sviluppare una riflessione teorica e metodologica sul futuro dei “Game Studies” in Italia.
E – perché no? – si potrebbero eventualmente suggerire degli itinerari collaborativi con i settori della produzione, della ricerca applicata e delle professioni coinvolte nelle industrie culturali in Italia e all’estero.
Organizzato dal Dipartimento di Scienze Politiche, Sociali e della Comunicazione (prof. Felice Addeo), con i docenti Marco Benoît Carbone (Brunel University, London) e Riccardo Fassone (Università di Torino), l’evento sottolinea l’interesse accademico in Italia nei confronti del videogioco, quale fenomeno socioculturale che è in crescita. È un dato in linea con le tendenze nelle scienze umane e sociali sviluppatesi negli ultimi vent’anni: c’è una varietà di metodi e strumenti di analisi ed applicazione riferite a questo ‘medium’ che merita di essere indagata ed approfondita.
Diciamolo subito: gli approcci critici e storiografici al videogioco in Italia non sono mancati, a mo’ di ingeneroso reflusso di un retaggio umanistico influente che ha disseminato non poca diffidenza per i ritrovati tecnologici dei videogames. La storia del videogioco sembra difatti risentire in molti casi di un’aderenza spesso infruttuosa a narrazioni dominanti, cristallizzate in analisi di contesto ormai scontate ed inadeguate, le quali dovranno essere revisionate. Da qui l’opportunità del convegno di Fisciano. In particolare, si guarda con crescente attenzione a contesti produttivi e culturali diversi da quelli anglofoni, in passato oggetto quasi esclusivo delle ricostruzioni storiche del videogioco. Lo dimostra
l’emergere di ricerche e pubblicazioni che applicano i metodi dei Game Studies a oggetti di ricerca solitamente ai margini, dall’industria e ai processi di consumo.
Il programma completo della due giorni è disponibile sul sito web di Unisa, dov’è possibile anche effettuare il download, registrarsi all’evento e seguirlo in streaming. (g.f.)

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