“Passi in rete” per accogliere i migranti: finanziato con il fondo FAMI un progetto tra innovazione, prossimità e legalità
SALERNO – C’è un grande traguardo che segna l’orizzonte di quanti hanno a cuore l’inclusione sociale dei migranti: approcciare le esigenze delll ‘straniero’ in modo innovativo, ossia capacitante e multiculturale, tentando di avvicinare le istituzioni alle esigenze espresse e diffondere, infine, diritti e legalità. È anche la finalità ultima del Progetto ‘Passi in rete’ sviluppato nell’ambito FAMI “#L’InclusioneOltre” che ha rappresentato una risposta concreta per contrastare i rischi di esclusione, vulnerabilità ed emergenza che caratterizzano il vissuto quotidiano di molti cittadini stranieri presenti sul territorio.
Ma che cos’è il progetto FAMI? Ci si riferisce al “Fondo asilo migrazione e integrazione 2014-2020”, che è uno strumento finanziario istituito con Regolamento UE n. 516/2014 con l’obiettivo di promuovere una gestione integrata dei flussi migratori sostenendo tutti gli aspetti relativi in particolare ad asilo, integrazione e rimpatrio.
Gli esiti del grande ed ambizioso progetto ‘Passi in rete’ saranno presentati martedì 10 gennaio 2023. Start alle 10.30 nel Salone Azzurro della Prefettura.
Qui si anticipa che il progetto ha sviluppato le proprie azioni da ottobre 2021 al 31 dicembre 2022, intervenendo su 3 macro-aree: 1) rafforzamento delle capacità di gestione e di organizzazione dei servizi rivolti ai cittadini stranieri; 2) azioni per il rafforzamento della governance territoriale relativamente alla gestione dell’emergenza sanitaria; 3) interventi sperimentali per il contrasto al caporalato a tutela dei migranti nel lavoro agricolo.
L’obiettivo è, insomma, facilitare i processi di governance dei fenomeni migratori da parte della Prefettura di Salerno. Il tutto è possibile se si potenziano le competenze degli operatori, e di attivano interventi di prossimità e di contrasto al caporalato.
Le azioni sono state realizzate grazie alla sinergia di un partenariato altamente qualificato e radicato sul territorio costituito da Prefettura di Salerno, ASL di Salerno, Comitato ARCI Salerno, CIDIS onlus e il Consorzio La Rada.
Non c’è poi dubbio che il ‘service design’ e l’affiancamento alle attività dello Sportello Unico della Prefettura, con operatori e mediatori culturali, ha consentito di rispondere ai bisogni dell’utenza straniera.
È stato inoltre siglato un protocollo interistituzionale; come anche sono state redatte le linee guida per la sorveglianza sindromica delle malattie infettive all’interno dei CAS della provincia di Salerno. Si ricordi tra l’altro che sono state avviate due campagne di screening per monitorare la diffusione di tubercolosi e di coronavirus tra gli ospiti dei CAS. Sono stati effettuati oltre 900 tamponi.
Ricordiamo che il Protocollo d’Intesa operativo è stato sottoscritto dal Prefetto di Salerno, dal Sindaco di Eboli, dalla Direzione Generale dell’Assessorato al Lavoro della Regione Campania, le Confederazioni dell’agricoltura di CGIL, CISL e UIL, le Associazioni datoriali Confagricoltura, CIA e Coldiretti e i rappresentanti legali del Comitato ARCI Salerno, da CIDIS Onlus e dal Consorzio La Rada: servirà per contrastare al fenomeno del caporalato e lo sfruttamento lavorativo in agricoltura nella Piana del Sele.
Nella rendicontazione si fa anche presente che un’unità mobile di outreaching con a bordo un’equipe multidisciplinare ha fornito orientamento e supporto ai cittadini stranieri presenti nella Piana del Sele per la costruzione di white list che ha coinvolto 36 lavoratori. Si è proceduto con la sperimentazione e la modellizzazione dell’innovativo approccio di Match-Making per l’incontro domanda-offerta tra aziende e lavoratori che ha portato a 7 contratti attivati. (g.f.)