Quale salute se l’ambiente è malato: esperti a confronto sull’emergenza battipagliese
BATTIPAGLIA – Da emergenza a questione. A poco più di un mese dall’ultimo rogo di rifiuti che ha annerito il cielo sulla città e quasi mandato in fumo la sua speranza di riscatto, resta tra i cittadini (quanti?) la volontà di approfondire aspetti nevralgici di una questione che appare più complessa di quanto si sia visto agitarsi nell’emergenza.
“Si può essere sani in una terra malata?” La domanda non è retorica, ma drammaticamente attuale. Ed esprime iato, disarmonia, rottura, ossia il divario che c’è tra l’uomo e l’ambiente, tra lo stato di salute dell’uno ed il degrado che opprime l’altro. La domanda evidentemente ne tira in ballo un’altra, fosse solo per derivazione logica: “Fino a quando la malattia che affligge la terra non si trasmette a chi la abita?” Di qui il senso del “si può” che tradisce sospetto ed ansia, preoccupazione e rabbia per slittare subito nell’amara conclusione: illudersi sani in un mondo malato equivale a creder vivi i pesci fuori d’acqua.
La domanda “Si può essere sani in una terra malata?” è al centro della tavola rotonda che si terrà sabato 26 ottobre, organizzata da un nutrito cartello di associazioni e comitati, gruppi e movimenti locali attivi sul crinale della difesa ambientale: “Cittade, “Isde”, “Civicamente”, “Battipaglia dice No”, “Non sei sola”, “Legambiente”. Appuntamento alle ore 10.00 nel Salotto del Palazzo di Città. La varietà delle sigle cooperanti nell’organizzare l’evento rivela la volontà di fare fronte comune nell’approcciarsi alla questione.
Interverranno Alfredo Vicinanza (Ingegnere civile), Antonio Marfella (Oncologo), Luigi Montano (Uroandrologo). A moderare c’è il giornalista Carmine Landi.
L’interrogativo che dà il tema all’incontro va ad impattare i dati allarmanti relativi all’aumento di neoplasie anche nella Piana del Sele. Non è senza motivo il vedere negli ultimi anni i medici e gli ambientalisti seduti gomito a gomito allo stesso tavolo nei seminari e nei convegni. Hanno, a quanto pare, molto da dirsi.
Anche perché parlare di ambiente vuol dire far ruotare la girandola dei temi più disparati, dalla salute all’ecologia, dall’urbanistica all’economia.
Ed il confronto, dopo le pur legittime chiacchiere al bar, dev’essere promosso anche tra esperti per imbastire, a piccoli passi, un lavoro di contesto, che sia calibrato sulla circostanza battipagliese, quella che negli ultimi anni è emersa in tutta la sua disarmante portata, sicché – tra un rogo e l’altro di rifiuti – le occasioni per analizzare, discutere, commentare e valutare con rigore scientifico ciò che sta accadendo conferma che proprio ciò che sta accadendo in città non può rimanere soltanto cronaca. (g.f.)