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Ricchezze e ferite dell’Amazzonia: il nuovo libro di Stefania Falasca

SALERNO – Sarà presentato martedì 12 novembre il libro “Frontiera Amazzonia” di Stefania Falasca.
Appuntamento alle ore 19.30 presso i Missionari Saveriani, nel quartiere Petrosino, con ingresso in via Fra Giacomo Acquaviva.
Il sottotitolo “ricchezze e ferite” illumina la grande contraddizione che lacera questa terra sudamericana, per via di una disponibilità illimitata di risorse, ma anche per il loro drammatico sfruttamento. Non si tratta solo di ecologia; ne va di mezzo lo sconvolgimento di popolazioni indifese. Tre i paesi coinvolti nella questione: il Brasile innanzitutto, ma anche la Colombia ed il Perù.
L’autrice sarà presente all’incontro organizzato dalla Famiglia Saveriana, dal Centro Missionario Diocesano e dall’Ufficio Migrantes.
Il nome di Stefania Falasca non è affatto nuovo. Tutt’altro. La Falasca è un’affermata giornalista vaticanista, nonché editorialista di ‘Avvenire’. Ha firmato diversi libri, occupandosi di figure e temi sospesi tra l’ecclesiale ed il civile, calando i problemi ed i contesti in una prospettiva storica che agevola la lettura critica dei fatti.
Se poi l’autrice si mette a viaggiare, l’argomento storico incrocia con agilità l’ambito antropologico, sicché la proposta di lettura si fa più accattivante, complice anche la cronaca internazionale.
Con Lucia Capuzzi – giornalista di ‘Avvenire’ ed esperta del Sud America – la Falasca si è difatti interessata dell’Amazzonia, in piena sintonia con le più recenti segnalazioni delle emergenze globali, per evidenziare la fondatezza degli orientamenti pastorali di Papa Francesco.
Al centro, dunque, una terra ed i suoi drammi. La deforestazione e l’inquinamento, lo sfruttamento e l’esportazione indebita di materie prime. Eppure, nel libro “Frontiera Amazzonia” (editrice Emi) sono raccontate ‘storie’ di persone, ossia le microvicende di popolazioni devastate nella loro stessa casa. Ricchi per natura, si ritrovano nel bisogno a motivo di scellerate politiche economiche.
Sia chiaro: l’Amazzonia non solo come terra lontana ed esotica, ma come crocevia di “questioni umane” in bilico tra la vita e la morte.
L’invito – in filigrana formulato di pagina in pagina – resta quello di sempre: spalancare porte e finestre della vita ai fratelli più bisognosi, seppur distanti. Sarà la fraternità universale a bruciare i chilometri. (g.f.)

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