Roghi battipagliesi, Napoli (Legambiente): “Non è ciclo dei rifiuti, ma della criminalità.”
BATTIPAGLIA – Essere consapevoli del problema ambientale per non limitarsi a subirlo, per progettare un’azione civile che sia corale ed efficace. Mai come negli ultimi mesi la questione ambientale ha guadagnato in città il primo posto nella classifica delle emergenze, almeno stando alla diffusa percezione popolare. E non solo a quella. È in corso un fenomeno prima mai verificatosi; è in atto un processo di redistribuzione del potere politico ed economico che, facendo leva sul settore dello smaltimento dei rifiuti, lega i recenti roghi battipagliesi ai tanti altri che arroventano quella Campania che un tempo fu felice.
A prenderne atto è Alfredo Napoli, dal 2015 Presidente del Circolo “Vento in faccia” di Legambiente, la più grande ed influente associazione ambientalista che, nel territorio locale come su scala nazionale, è in prima linea nella difesa delle risorse naturali e nella promozione della cultura ecologica.
Il punto d’avvio della riflessione: che cosa sta accadendo a Battipaglia? Una risposta, la sua, che ha la nettezza di un’analisi e l’amarezza di una denuncia: “Sta succedendo che adesso si materializzano le conseguenze della trasformazione che, nostro malgrado, è avvenuta nella nostra città, diventata un vero e proprio polo dei rifiuti, con la presenza dei famigerati 40 e più impianti privati che trattano in un modo o nell’altro rifiuti, oltre a TMB e Impianto di Compostaggio, a gestione pubblica.” Alfredo Napoli va per gradi: “Prima la puzza, i miasmi, dopo i roghi. Qualcuno ha trovato il filone d’oro – ricordiamo che il business dei rifiuti produce un giro di denaro enorme – e nessuno di quelli che avrebbero dovuto vigilare, lo ha fatto. Oggi siamo indifesi, non abbiamo le contromisure per combattere questo fenomeno.”
Per l’appunto, la lotta per un bene comune: la città è davvero indifesa? La rabbia dei battipagliesi – almeno di quelli ‘svegli’ che hanno il coraggio di non negare l’evidenza – esprime alla rovescia la paura di non reggere l’impatto con poteri forti di cui a stento si coglie la portata. E nella rabbia si tenta di tener acuta l’attenzione, quella che occorre per poter leggere, analizzare e descrivere ciò che sta accadendo.
Il perché di tanti roghi in un intervallo di tempo così breve si spiega intanto alla luce della certezza che si sia rotto qualche ‘tacito’ equilibrio nel mega-ingranaggio politico ed economico che ha nei rifiuti la sua risorsa primaria. Alfredo Napoli continua la sua analisi e tira in ballo varianti e meccanismi che dicono la complessità di un sistema ormai impazzito: “Il ciclo dei rifiuti è una catena lunga, ad anelli molto deboli, soprattutto nella nostra regione. A spezzare questi anelli possono essere in tanti: la prima ipotesi che girava all’inizio era che la Cina non comprava più i prodotti del nostro riciclo, ma questo valeva soprattutto per la carta; potrebbero esserci motivazioni di concorrenza: mettere fuori gioco un competitor fa diminuire gli spazi e aumentare i prezzi. Sì, qualche tacito equilibrio può essersi rotto. Pare abbastanza chiaro che qui non è più solo ciclo dei rifiuti, ma ciclo della criminalità.”
Dunque, i roghi in città sono l’epifenomeno di un ‘movimento’ in atto su un’occulta piattaforma di affari: sono episodi non riconducibili ad una crisi “soltanto” battipagliese, bensì da analizzare in una trama territoriale più vasta. Il numero uno di Legambiente a Battipaglia precisa: “Purtroppo la dimensione territoriale è la più vasta possibile, perché si tratta di un fenomeno nazionale. All’epoca del primo rogo, giugno 2017, ricordo che in Lombardia e Liguria era successa la stessa cosa, ed altri roghi si sono susseguiti anche altrove. La Campania è probabilmente in testa in questa poco felice classifica, ma ciò che rende questo dei roghi un fenomeno particolarmente pericoloso è il fatto che possa essere diventato un sistema: fronteggiamo un fenomeno non isolato e fine a se stesso, ma un nemico ben organizzato.”
Che la questione ambientale fosse una lotta per la legalità lo si era capito. Lo hanno capito da tempo i cittadini battipagliesi, chiamati ad attrezzare una reazione popolare nel difficile dialogo con la classe politica locale. Ma il disorientamento è latente e gli stessi battipagliesi non sanno cosa resti da fare e se fare di più per portare avanti una protesta che comunque tutti vogliono resti pacifica. Alfredo Napoli riprende: “Non spetta certo ai cittadini risolvere i problemi della città. Che cosa potrebbero fare di più? Vedo un numero maggiore di persone che si interessa, che prova a informarsi, che si organizza. Venerdì 20 con noi hanno sfilato per strada le mamme di quegli splendidi ragazzi che probabilmente conoscono solo la versione puzzolente di Battipaglia. Non vedo all’orizzonte rischi per l’ordine pubblico. Ricordiamoci però che la città puzza, è sporca e vive con l’incubo degli incendi. In effetti, l’ordine pubblico è già compromesso, ma non certo per colpa dei cittadini.”
E se gli si chiede che cosa sta facendo, in concreto, il Circolo locale di Legambiente per superare l’emergenza, Napoli risponde con energia, citando solo alcuni degli interventi meditati in collaborazione con altri attori locali: “Terremo alta l’attenzione, attraverso iniziative e manifestazioni. Investiamo sulla sensibilizzazione continua. Voglio ricordare che noi di Legambiente ci siamo costituiti al fianco di un cittadino in un’iniziativa giudiziaria che ci ha portati a entrare sia nel TMB che nel compostaggio, insieme a un perito nominato dal Tribunale. E sia chiaro: è una cosa mai accaduta sinora. Abbiamo inoltre fatto parte delle delegazioni che più volte hanno incontrato il Ministro Costa, con il quale ci siamo confrontati anche in altri ambiti. In questo weekend di Puliamo il Mondo, la crisi ambientale di Battipaglia è stata affrontata dal Tg3 regionale, che ha ripreso la manifestazione di venerdì 20, e in diretta nazionale su Rai3 domenica mattina. Abbiamo chiesto al Governo nazionale l’istituzione di una cabina di regia stile Terra dei Fuochi, dove si è deciso di inviare l’esercito, e – guarda caso – i roghi negli impianti sono diminuiti. Quella può essere una soluzione, così come, a nostro avviso, vanno controllati a tappeto tutti gli impianti, verificando il funzionamento dei sistemi antincendio.”
E dopo l’incontro di mercoledì scorso in
Prefettura a Salerno sulla gestione degli impianti – sui cui controlli di regolarità tanto si è detto negli ultimi mesi e che ora si mira ad intensificare – Napoli va giù perentorio: “Se non funzionano, vanno sospesi. Se non si adeguano, vanno chiusi.”
Insomma, Legambiente rilancia l’impegno per Battipaglia in cordata con altri gruppi volontari, in supporto all’attività istituzionale. Una linea d’azione che sembra infatti profilarsi più nitida guardando alle iniziative e alle azioni che vedono Legambiente “alleata” – anche a livello regionale – con altri movimenti e associazioni. Napoli rassicura: “Legambiente ha sempre iniziative in programma, a tutti i livelli. Chiaramente, i compagni di viaggio sono benvenuti, soprattutto in periodi drammatici come questo.” Un concetto che, vista la rovinosa circostanza del territorio locale, ribadisce a mo’ di strategia: “Le alleanze sono fondamentali: da soli non si può, recita un nostro vecchio slogan.”
Ed il pensiero torna ai suoi concittadini battipagliesi, ai quali si rivolge con fiducia, lanciando un appello: “Continuiamo ad informarci, ad impegnarci, a partecipare.” (g.f.)