Salerno e la sua storia dimenticata: una mostra al Liceo Alfano I
SALERNO – Sarà aperta al pubblico giovedì 18 gennaio la mostra “La Salerno dimenticata. Le scelte che resero grandi uomini e donne del territorio salernitano”.
Appuntamento alle ore 10.00 nell’Aula magna del Liceo Alfano I in via dei Mille 41 per la conferenza stampa inaugurale.
L’allestimento della mostra, curato dalla prof.ssa Annamaria Valletta in collaborazione con il Museo dello Sbarco e Salerno Capitale, segna la conclusione di un percorso didattico che ha visto gli studenti del liceo linguistico impegnati nella ricerca di figure note e meno note che hanno contribuito a ‘posizionare’ la città dell’Irno nel più esteso panorama nazionale ed europeo.
Si tratta di un evento culturale che, a partire dall’ineludibile matrice educativa, reca in sé la denuncia dell’oblio a cui sono sovente soggette le vicende territoriali, una denuncia corale che è tanto più avvertita con urgenza quanto più si constata giorno dopo giorno la necessità di intraprendere un viaggio permanente nel ‘nostro’ tempo, per riscoprirlo costellato di nomi e di volti, di voci e sensibilità che hanno colorito la scena salernitana con l’autenticità del pensiero o con l’audacia dell’azione.
Dopo i saluti del Dirigente scolastico Prof.ssa Elisabetta Barone e l’introduzione della stessa Valletta, interverranno Gaetana Falcone (Assessore Pubblica Istruzione Comune di Salerno), Nicola Oddati (Presidente Ass. “Parco della Memoria della Campania” e del “Museo dello Sbarco e Salerno Capitale”), Benigno Casale (Docente USR Campania), Rosario D’Uonno (Direttore artistico del MRSF), Carmine Pinto (Professore ordinario di Storia contemporanea Università degli studi di Salerno), Carmelo Conte (Ex ministro e deputato). A moderare ci sarà il giornalista e scrittore Gabriele Bojano.
Che la città di Salerno si sia ritrovata più volte al bivio di importanti passaggi epocali è un’evidenza non a caso annunciata dal sottotitolo della mostra: lo storico è chiamato a ponderare le ‘scelte’ che hanno determinato il destino delle persone e delle comunità. Di qui viene la certezza che il vissuto salernitano è tutt’oggi vettore efficace di una memoria accessibile grazie all’eloquenza persuasiva di narrazioni attinte a fonti culturali plurime che infrangono i margini definitori di una storia condannata per decenni – diremmo senza giusta causa – a rimanere ‘locale’. (g.f.)