Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Memoli (Salerno): “Una straordinaria opportunità per la Chiesa e per il Sud.”
TARANTO – Al via la 49° Settimana Sociale dei Cattolici Italiani. Anche una delegazione della diocesi di Salerno – Campagna – Acerno prenderà parte ai lavori nella capitale jonica. A guidare la trasferta è l’Arcivescovo Mons. Andrea Bellandi.
L’appuntamento si rinnova: da tutte le diocesi italiane, in arrivo a Taranto circa 1000 delegati carichi di attese e voglia di partecipare, a fronte dei molteplici problemi posti all’ordine del giorno, da tempo attenzionati, anche nel bel mezzo dell’emergenza pandemica da Covid-19. È difatti una partecipazione che giunge ad esito di un lungo percorso costellato di incontri, seminari, studi, analisi e riflessioni che – anche sulle sponde dell’Irno – ha interpellato esponenti vari del volontariato e del commercio, dell’università e dell’impresa, affinché contribuissero sotto la guida dell’Ufficio diocesano per la Pastorale sociale e del lavoro alla preparazione dell’evento pugliese, modulando il tema “Il pianeta che speriamo. Ambiente Lavoro Futuro”. Si tratta di un tema che per quattro giorni – a partire da oggi a domenica 24 ottobre – sarà come un grande ombrello sotto cui si ritroverà la Chiesa italiana, ossia clero, religiosi e laici, nel confronto stimolante tra competenze e responsabilità diverse, alla luce del magistero di Papa Francesco.
Chiamati a raccolta scienziati ed ecologisti, sindacalisti e dirigenti pubblici, pedagogisti e psicologi, amministratori locali e governatori, docenti ed economisti, volontari nel settore sociale ed ambientale.
A prender parte ai lavori è anche Antonio Memoli, Direttore dell’Ufficio Pastorale per i Problemi sociali e del lavoro, con alle spalle diverse esperienze vissute nelle Settimane Sociali, come l’ultima celebrata a Cagliari nel 2017.
Gli abbiamo rivolto alcune domande per condividere spunti ed osservazioni nell’imminente avvio dell’evento pugliese.
- Partiamo dal principio… Quali riflessioni sono state condivise in ambito diocesano nel cammino di preparazione verso Taranto?
Memoli – La riflessione si è sviluppata per lunghi mesi, anche in tempo di pandemia, a livello diocesano e regionale. Non sono mancate difficoltà logistiche, dovute per l’appunto alle restrizioni precauzionali, ma abbiamo tenuto il passo con successo. E’ stato di fatto costituito un team di 20 persone che, con attenzione costante, ha analizzato le problematiche emergenti nel territorio locale e, soprattutto, continuerà a lavorare, anche dopo la Settimana di Taranto, affinché ci si continui a interrogare e, insieme, si trovino delle soluzioni.
- Quali problemi particolari sono emersi?
Memoli – Il territorio salernitano presenta ahimè problemi di non poco rilievo che andrebbero a nostro avviso posti di continuo all’attenzione dell’opinione pubblica affinché si maturi una sensibilità sociale. Mi riferisco, in particolare a quelli di carattere ambientale che, in ambito provinciale, appaiono concentrati per lo più nel bacino del fiume Sarno, senza per questo distogliere l’attenzione dalle aree più a sud, come il bacino del fiume Calore, laddove bisogna verificare l’impatto delle sostanze inquinanti sull’integrità dell’eco-sistema.
Come anche resta in tavola il problema del caporalato, notoriamente attestato in agricoltura.
C’è inoltre da considerare il dramma dello spopolamento delle aree rurali interne. È un problema che incide sulla tenuta sociale delle piccole comunità locali, ma anche sui circuiti occupazionali e produttivi. Si pensi ai tanti borghi così belli eppure abbandonati dell’entroterra campano.
Per non dire, infine, della Città di Salerno che ha delle criticità, quali la disaffezione alla vita civile, la mobilità e l’inquinamento urbano.
Ecco perché la Settimana Sociale di Taranto è attesa con fiducia: è una straordinaria occasione per la Chiesa e per il Sud, affinché tante domande illuminate dal Vangelo non restino senza risposta.
- Guardiamo quindi alle risposte o, meglio, alle proposte… Quali saranno presentate a Taranto?
Memoli – Non è facile formulare risposte, per via della complessità dei problemi. Ci siamo però soffermati su tre esperienze locali che, a nostro avviso, indicano vie percorribili e che torneremo in questi giorni a riproporre come buone prassi da imitare. Anzi, mi preme sottolineare che siamo l’unica diocesi in Italia a contribuire con ben tre segnalazioni. Mi riferisco ai casi delle aziende “NexSoft” di Salerno e “Scongelando” di Battipaglia, quali modelli ‘virtuosi’ di impresa in cui le dinamiche produttive – nel settore tecnologico ed in quello alimentare – sono occasione di esercizio della responsabilità sociale ed incrociano le istanze di partecipazione dei lavoratori nel rispetto dei diritti e dei bisogni individuali. E, ancora, racconteremo il caso della Cooperativa agricola sociale “R-Accogliamo” di Campagna, impegnata tra l’altro a fianco degli immigrati per promuovere l’agricoltura sostenibile.
- Veniamo a Taranto. Siamo ai nastri di partenza… Che cosa ci si aspetta dall’evento pugliese? La Settimana Sociale dei Cattolici Italiani è sempre attesa – com’è giusto che sia – come un appuntamento importante per la Chiesa, soprattutto per il laicato italiano. Quali opere o progetti ne scaturiranno?
Memoli – Ci si aspetta incisività, come è accaduto a Cagliari, perché i problemi e le soluzioni giungano all’attenzione di tutti. Occorre cioè che quanto emergerà a Taranto trovi risonanza nelle sedi istituzionali, a livello amministrativo, al livello regionale e nazionale, a livello europeo. La partecipazione di illustri rappresentanti del Governo e dell’Unione Europea alle giornate pugliesi dovrebbe non deludere quest’aspettativa.
- Prendiamo atto, intanto, che l’evento ionico intavola i temi della salute, del lavoro e dell’ambiente come tre aspetti essenziali di quella che un tempo era designata come ‘questione meridionale’ e che oggi resta qui al Sud un problema aperto. Potremmo dire che quei tre ‘nodi’ sono da sciogliere anche nella provincia salernitana? In che misura e con riferimento a quali aree territoriali?
Memoli – Sì, sono tre dimensioni di una stessa realtà che ci ricordano una verità fondamentale: l’uomo va considerato nella sua integralità nel contesto in cui vive ed opera. Ogni azione incide sul resto, che sia il lavoro, la salute, l’ambiente. Capita nel lavoro o nell’organizzazione sociale in genere: ci si specializza in alcuni ambiti trascurando la visione globale dei contesti. E ciò incide sull’efficacia delle azioni poste in essere, per via dei settarismi e finanche delle auto-celebrazioni nei settori di pertinenza. Papa Francesco, invece, ci invita a praticare un umanesimo integrale, che guardi al bene dell’uomo, nell’integralità della sua persona e nella relazione vitale con il Creato.
- Dunque, guardando ai ‘nodi’ salernitani? Che cosa si farà?
Memoli – Guardiamo con fiducia al “dopo Taranto”, per restare nel solco delle indicazioni che da lì verranno. Lo faremo mantenendo vive le relazioni con le istituzioni di cultura sociale, a livello universitario e formativo, continuando a promuovere contatti con le realtà produttive e del volontariato che, a diverso titolo, sviluppano la ricerca e il confronto in ambito sociale. Ormai è chiaro: l’obiettivo è realizzare azioni che diano garanzia di continuità in termini di informazione sui risultati che raccoglieremo al termine della Settimana Sociale di Taranto, per stimolare in ambito salernitano il dibattito sui problemi rilevati ed agevolare le risoluzioni possibili.
- In concreto?
Memoli – In concreto, basterebbe ad esempio avviare una seria riflessione sulle modalità di affidamento degli incarichi nel settore delle opere pubbliche. Andrebbero rivisti i criteri delle gare d’appalto, soprattutto per i servizi, in modo da limitare certi scompensi ed arginare il fenomeno della corruzione.
Sappiamo che l’approccio non è facile, occorrono riforme. Per questo ne riparleremo. Mi piace intanto segnalare una piccola ma importante anticipazione: già a dicembre ci ritroveremo in un’apposita sessione diocesana per rielaborare – di nuovo insieme laici e sacerdoti – le evidenze condivise a Taranto. È un appuntamento che servirà a tenere i riflettori accessi e che farà da evento-lancio della “Settimana Laudato si’”, un’occasione promettente per declinare la dottrina sociale in opere-segno concrete come già accade in altre diocesi italiane. La celebreremo nel maggio 2022._
- Un’altra bella scommessa tutta da vincere…
Memoli – …e ci auguriamo che sia vinta. Ce la metteremo tutta, sempre che non subentrino restrizioni per via dell’emergenza pandemica.